Imparare a teatro come guardare il passato

Imparare a teatro come guardare il passato

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

La “Classe morta” di Tadeusz Kantor e l’utilizzo dei manichini per rendere concreto un passato ossessivo.

Tadeusz Kantor (1915-1990) pittore, scenografo, regista teatrale polacco.

Tadeusz Kantor (1915-1990) pittore, scenografo, regista teatrale polacco.

In molte circostanze le esperienze del passato continuano a convivere nella mente dell’individuo attraverso il ricordo, che può diventare ossessivo. Quello che è la base, il fondamento di una storia, di una vita rischia di diventare una sorta di ostacolo, di gancio che tiene bloccati e non permette di proseguire liberi il proprio cammino. Il maestro Tadeusz Kantor (1915-1990) pittore, scenografo, regista teatrale polacco, nel suo spettacolo intitolato la “Classe morta” affronta il tema del passato adoperando dei manichini. Qui l’uomo attore si sostituisce all’uso della marionetta in un’inquietante ossessione di inseguire il manichino, in una sospensione tra vita e morte. Il manichino è simbolo sia di gioco, sia di figurazione della morte come entità più prossima allo scheletro. Per scheletro si intende l’entità in cui vi è ciò che resiste al destino, alla distruzione e alla macerazione della carne. Il manichino simboleggia l’altro, il doppio della nostra personalità, colui che si sostituisce a noi e sopravvive. Vi è una continua oscillazione tra se arcaico e tra coloro che ci rappresentano. I vecchi tornano alla loro infanzia, alla classe morta esattamente come se fossero dei bambini. Il regista avverte il bisogno di trovare una soluzione scenica per esprimere con qualcosa di concreto la presenza di un passato che è portato continuamente nel presente e sceglie, quindi i manichini. Gli attori hanno in mano un fantoccio, simbolo del loro passato, del tempo dell’infanzia da cui non riescono a separarsi. Si ha una continua rievocazione di un passato da cui non si guarisce e non si riesce a vivere un presente libero da spettri.

 

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