A Pavia: Capolavori della Johannesbug Art Gallery. Da Degas a Picasso

A Pavia: Capolavori della Johannesbug Art Gallery. Da Degas a Picasso

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

Dal 21 marzo al 19 luglio 2015 le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospitano opere provenienti dalla Johannesbug Art Gallery.

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Edgar Degas Due ballerine, 1898 Pastello su carta, cm 50 x 35 Johannesburg Art Gallery, Johannesburg

Dal 21 marzo al 19 luglio 2015, presso le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia sarà possibile ammirare oltre sessanta opere, tra cui olii, acquarelli, grafiche appartenenti alla Johannesbug Art Gallery, datate tra il XIX e il XX secolo, di vari autori, come: Edgar Degas, Dante Gabriel Rossetti, Jean Baptiste Corot, Alma-Tadema, Vincent Van Gogh, Paul Gauguin, Antonio Mancini, Paul Signac, Pablo Picasso, Francis Bacon, Roy Lichtenstein, Andy Warhol. Una mostra che prevede un percorso espositivo diviso in sezioni cronologiche e tematiche. Ideata e prodotta da ViDi, in collaborazione con il Comune di Pavia e la Johannesburg Art Gallery, attiva dal 1910 nel continente africano. Gode del Patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica di Milano. La consulenza scientifica è stata affidata a Simona Bartolena, che ha anche curato il catalogo Skira. Il presidente di ViDi, Luigi Emanuele Rossi, ha espresso la sua stima dicendo che: «La curatela di Simona Bartolena è stata quindi attenta a documentare all’interno della mostra i profili di questi mecenati a costruire, attraverso una selezione puntuale, un percorso didattico tra i vari capolavori». Il Sindaco di Pavia, Massimo De Paoli ha stimato l’iniziativa prospettando una certa continuità: «rappresenta un’occasione forse unica per ammirare i capolavori di uno dei più importanti musei d’arte del continente africano (…) speriamo di poter stringere un forte rapporto di amicizia e collaborazione con il museo Johannesburg». Significativo è stato il discorso di Antoinette Murdoch, Curatore capo e responsabile della Johannesburg Art Gallery:

«La collezione fondativa della Johannesburg Art Gallery (JAG) è la più ricca selezione di opere d’arte creata da Sir Hugh Percy Lane, il celebre collezionista, commerciante e profondo conoscitore dei dipinti dei grandi maestri del passato nato il 6 novembre 1875 nella contea di Cork, in Irlanda, e morto il 7 maggio 1915 in mare. Si tratta della sua seconda collezione d’arte moderna dopo quella per la Municipal Gallery of Modern Art inaugurata nel 1908, oggi Dublin City Gallery The Hugh Lane. Al 1914 risale infine la sua terza collezione, la Michaelis Collection, ospitata a Cape Town, che vanta dipinti olandesi e fiamminghi del XVII secolo. Lane, uno dei più importanti curatori museali del suo tempo, fu il primo a concepire mostre sull’evoluzione dell’arte moderna britannica e a collezionare i dipinti degli impressionisti francesi per il pubblico del Regno Unito. Nel 1909 fu nominato cavaliere per i servigi resi all’arte irlandese e deve la sua celebrità anche al contestato Lane Bequest (Lascito Lane) di 39 dipinti di impressionisti francesi donati alla National Gallery di Londra. La collezione della JAG e la struttura che l’avrebbe ospitata, progettata dal rinomato architetto britannico dell’era coloniale Edwin Lutyens, furono inaugurate nel novembre del 1915. Se Lane si occupò della curatela e dell’acquisizione, la collezione deve la sua esistenza anche all’intervento, alla fervente dedizione (e ai mezzi economici!) della straordinaria Lady Florence Phillips, moglie del Randlord Lionel Phillips. Prima di essere trasferita alla JAG nel 1915, ovvero nella sede appositamente progettata, la collezione era stata ospitata nei locali della South African School of Mines, in Eloff Street, a Johannesburg. Benché la struttura di Lutyens non fosse la prima galleria né il primo museo del Sudafrica, e neppure la prima a ospitare opere di artisti viventi, all’epoca era l’unica a vantare una collezione d’arte europea contemporanea esposta in un ambiente appositamente progettato e, per di più, in una città coloniale. Lane aveva conosciuto Lady Phillips nel 1909 e con lei aveva lavorato al progetto e all’acquisizione delle opere e della struttura. Purtroppo non visse fino all’inaugurazione perché morì annegato assieme a centinaia di persone a bordo del transatlantico RMS Lusitania, affondato da un siluro tedesco al largo della costa di Cork, nel maggio del 1915, durante la Prima guerra mondiale. La collezione della JAG vanta principalmente opere realizzate con tecniche diverse da famosi artisti britannici e francesi del XIX secolo e da artisti europei meno noti. Tra i nomi celebri figurano Monet, Courbet, van Gogh, Picasso, Sir John Everett Millais, Henry Moore, Sir David Wilkie, Augustus John e Alfred Sisley, insieme a molti altri. Fra le prime acquisizioni di Lane per conto di Lady Phillips e del Randlord ci sono opere importanti come il busto di Eve Fairfax di Auguste Rodin, una serie di tele di Camille Pissarro vendute dal figlio, nonché lasciti e acquisizioni di una ragguardevole collezione di quadri preraffaelliti, tra cui la nota Regina Cordium di Rossetti del 1860, acquisita dalla JAG nel 1912 e presente nella selezione di ViDi insieme ad alcune opere di Holman Hunt e Millais. La collezione comprende inoltre molti lavori di artisti neri sudafricani, assai poco esibiti nel loro paese per via del passato di apartheid, ma esposti in questa mostra. Le opere della JAG godono da tempo di una notevole fama mondiale. I continui prestiti sono la testimonianza di come molte siano ritenute importanti a livello internazionale e continuino a viaggiare per il mondo. Uno dei partner stabili della JAG è ViDi, il cui invito a esporre una selezione delle opere del museo è stato particolarmente gradito. Una simile opportunità conferma l’interesse internazionale per la nostra collezione nonché la sua importanza storica per rappresentare soprattutto il periodo che va dalla fine del XIX alla metà del XX secolo. Naturalmente, la JAG è onorata di poter offrire il suo contributo alla storia dell’arte mondiale. Il mio ormai lungo incarico di curatore capo del museo mi consente di aggiungere una testimonianza più personale a riprova del valore che la JAG riveste nella nostra società. Sono nata in Sudafrica negli anni settanta e ho avuto il privilegio, concesso ai bianchi di lingua afrikaans come me, ma ampiamente negato alla popolazione nera dal regime dell’apartheid, di poter accedere a musei e gallerie d’arte. Malgrado tale privilegio, è stata un’avventura di tutt’altro tipo a portarmi alla JAG. Ho infatti visitato per la prima volta il museo su invito di un corteggiatore e ricordo che arrivammo lì a bordo di un vecchio maggiolino turchese quando avevo 17 anni. Quel giorno fui del tutto sedotta, non tanto dal corteggiatore quanto dalla vecchia signora, la Johannesburg Art Gallery. Un colpo di fulmine! La struttura era maestosa, imponente, magnifica, progettata in modo tale che luci e ombre ne mostrassero al meglio la superba collezione. Avevo l’opportunità di vedere le opere di alcuni artisti che studiavo a scuola in questo presunto avamposto coloniale, il centro di Johannesburg, Sudafrica! Anni dopo, purtroppo, gli effetti dell’apartheid persistono: questa magnifica istituzione nel cuore della città è poco visitata dai suoi abitanti e poco apprezzata persino da gran parte della cerchia artistica. All’epoca mi colpirono soprattutto gli esponenti dell’astrattismo, come Kenneth Noland e Helen Frankenthaler, e la collezione di opere minimaliste di Dan Flavin e altri. Ricordo inoltre con estrema chiarezza i dipinti e le sculture dei loro omologhi sudafricani, tra cui Hans Potgieter. La portata della collezione era testimoniata dalla presenza di questi lavori di rilevanza storica e di opere contemporanee sudafricane come Melancholia (1986) di Penny Siopis, un dipinto a olio in stile barocco dalle varie stratificazioni allegoriche. Dopo quella prima breve visita sono tornata spesso alla JAG per vivere appieno l’esperienza degli artisti mondiali. I successivi studi di storia dell’arte mi hanno permesso di riflettere e di scrivere su molte opere presenti nella collezione, in particolare quelle moderniste, che sono rimaste esposte per anni nelle sale del museo. Ho però cominciato a scoprire tutti i tesori che custodiva solo nel 2009, quando sono diventata curatore capo e ho ritrovato la mia adorata vecchia signora. Ci sono opere tradizionali africane, uno spazio contemporaneo all’avanguardia, un vasto archivio di documenti cartacei, una collezione di lavori di arti applicate e molto altro. L’archivio è ritenuto a ragione uno dei più completi e organizzati del paese, una risorsa indispensabile che completa la collezione. Le opere selezionate per la mostra di Pavia sono un ottimo esempio della portata e dell’importanza della JAG. L’olio di Courbet del 1869, La scogliera a Étretat, ritrae un paesaggio marino del celebre pittore francese. Una rarità, nonché un magnifico oggetto da collezione, è il disegno a carboncino di van Gogh del 1882 Head of an Orphan Man in Top Hat (Testa di orfano con cilindro), a testimonianza dell’iniziale interesse dell’artista per la vita marginale della classe operaia. Altre opere di pittori francesi che saranno esposte a Pavia, come Donna con fiori (1923) di Matisse e Due ballerine (1898) di Degas, attestano l’attenzione della collezione fondativa, e dello stesso Lane, per l’arte francese dell’epoca, sfociata nel contestato lascito dei dipinti impressionisti alla National Gallery di Londra. Di particolare interesse nella selezione di ViDi è un gruppo di opere di Picasso. Una di queste, Testa di Arlecchino (1971), scatenò un trambusto in occasione della sua prima esposizione alla JAG dopo l’acquisizione nel 1974. Fu infatti assai criticata e definita “orrenda”, “scandalosa” e “brutta” da un pubblico insoddisfatto malgrado avesse la fama di essere uno dei capolavori dell’ultimo periodo dell’artista. L’opera a matita e pastello è stata esibita nella prestigiosa mostra itinerante “Picasso e l’Africa” del 2006 con il patrocinio dei ministeri degli Esteri sudafricano e francese. Il resto della selezione di ViDi dimostra l’ampiezza di vedute e l’abilità dei curatori della JAG nel corso degli anni. Il nucleo centrale di Hugh Lane, costituito da dipinti britannici e francesi che vanno dalla metà del XIX agli esordi del XX secolo, si è arricchito con opere di Joseph M.W. Turner, Edvard Munch, Cézanne, Gauguin, Warhol e Roy Lichtenstein. La selezione comprende inoltre pezzi del pregiatissimo repertorio di pittura sudafricana del XX secolo. Accanto ai magnifici esemplari dei dipinti a olio di Irma Stern, si potranno ammirare opere poco note di George Pemba e Selby Mvusi e quelle della pittrice ed educatrice Maggie Laubser, di acclarata importanza storica. L’ampia varietà dei dipinti testimonia la vitalità del museo che li ospita. Le vicissitudini successive all’apartheid hanno allontanato i visitatori più assidui – il ceto medio istruito e amante dell’arte – dal cuore della città in cui fu eretta l’imponente struttura centenaria di Lutyens. Un tempo Joubert Park, dove sorge il museo, era l’epicentro della buona società di Johannesburg, dove i magnati dell’attività mineraria mineraria cenavano, facevano compere e passeggiavano. Nel XX secolo la JAG si è imposta come punto di riferimento e parte integrante dell’identità della vecchia Johannesburg. Adesso la città vecchia è drasticamente cambiata e il suo cuore pulsante, prima concentrato intorno a Joubert Park, ospita una comunità assai diversa, costituita da operai pendolari e dagli studenti dei palazzi circostanti. La gente passeggia ancora nel parco ed entra nel museo per riposarsi al fresco e guardare le opere. La JAG è rimasta un punto di riferimento, ma con una funzione piuttosto differente da quella originaria. Custodisce infatti la sua magnifica collezione per l’intera popolazione, non più solo per i facoltosi e i colti. Chi entra in contatto con l’arte ospitata alla JAG, di cui a Pavia è esposto un assaggio, viene toccato per sempre da alcune delle opere migliori esistenti al mondo, realizzate in diverse epoche storiche. La JAG continua a rendere orgogliosa la sua città».

Per info: La mostra prevede laboratori didattici gratuiti per le famiglie consultare il sito www.scuderiepavia.com

 

Immagine in evidenza: Paul Signac, La Rochelle, 1912, Olio su tela, cm 71,2 x 100, Johannesburg Art Gallery, Johannesburg.

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