A Santo Stefano il Papa esorta ad andare controcorrente
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Papa Francesco chiede di seguire il vangelo andando controcorrente.
Nel giorno di Santo Stefano il papa parla ai cristiani ricordando la persecuzione e chiede di sopportare la croce con gioia e nella consapevolezza di chi sapendo di andare controcorrente prosegue nella retta via. Parole in cui riecheggiano i versi di una poesia di Marc Chagall “anche se indietreggio io vado avanti”. E non solo poesia, ma anche musica, nei versi del brano “Controcanto” del 1994 musicato e cantato dal Maestro Giovanni Nuti. Un testo scritto in collaborazione con Paolo Recalcati dalla forte valenza evangelica, infatti, chi nella storia è andato controcorrente cantando contro odio, violenza e morte è Gesù Cristo e insieme a Lui, chiunque lo abbia seguito. Alcune strofe sembrano citare passi del Vangelo, come: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto” (Lc 7,31-35). Un canto rivolto a tutti, anche a chi non vuole ascoltare il pianto di un Bambino appena nato: «Canto per tutti, santi e balordi, anche per quelli che sono un po’ sordi, canto per chi non mi ascolterà, canto per chi non mi va, quelli potenti e le nullità, quanti furbi ed ingordi». Un canto contro le tendenze, le mode, le prepotenze, le violenze, che portano solo morte e sono un contro-vita: «le ombre di tante menzogne, contro chi cambia veloce le insegne, contro sassi in bocca e complicità, contro i ricatti e l’omertà, contro quelle facce di avidità ali, contro chi stupra per crudeltà, contro chi uccide le speranze, contro chi inquina e chi spaccia eroina, contro chi intriga chi sbaglia, ma non paga, canto contro quelli che poi stanno sempre a galla, contro servi sciocchi e burattinai quelli dei giochi che mai, contro chi da fuoco a stranieri ed ebrei canto per rabbia e per amore, canto per chi non a voce e non si sente, per i disperati tra la gente, contro i discorsi accomodanti». Un messaggio forte e chiaro per spronare a vivere nella cor-“retta via”, che è dei più forti, di chi vive con amore. Un messaggio, anche Dantesco, per capire quali sono gli errori in cui è facile inciampare e che danno l’anima: «Va pensiero sopra tanto dolore, va pensiero oltre i muri e paure vola, perché noi siam più forti di loro, siamo vivi». Cantare, infatti è metafora di vivere e qui si tratta di poter realizzare un futuro da cantare, reso diverso dal saper dire dei “no”, perché non si possono servire due padroni, ma bisogna sceglierne uno e «se ci accorgeremo un po’ degli altri è tanto che ci stanno aspettando (…) sopra un cielo più vero». Un genere di musica definibile “Neorealistica”, in quanto si fa specchio di tutto quanto condisce la nostra realtà seminando, però la forza necessaria a cambiare il male in bene. Un inno contro il male, per voltare direzione verso il bene ed è quanto augura Papa Francesco nel giorno di Santo Stefano.