Al di là della Cina
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Al di là della Cina
Racconto
Tiziana Mazzaglia
Dedicato a due miei amici cinesi,
Keung Kwok Man, Jiaqi Li
Baoding, 20 marzo 2015
«La pioggia, goccia dopo goccia, disegna il vetro e ne altera la visione, eppure fuori c’è ancora lo stesso paesaggio, come quando le nuvole coprono il sole, che rimane al di là delle nuvole. Al di là…al di là, c’è sempre un al di là nella nostra vita, da scoprire, come scrigni nascosti in cui non immagini neanche cosa poter trovare. La stessa emozione la si può provare leggendo un libro, se il titolo è significativo si può intuite il contenuto, ma non si può mai essere certi di chi si incontrerà tra quelle righe, in quelle pagine, in quei capitoli. Bisogna agire per vedere oltre, pulire i vetri, spolverare i libri, che sono rimasti in soffitta, spolverare le valigie e partire verso una meta dove incontrare e scoprire».
Spesso gli anziani parlano per tanto tempo e diventano anche noiosi, ma questa volta, mio nonno è riuscito a catturare la mia attenzione. Da un pezzo di vetro bagnato i suoi pensieri hanno viaggiato e hanno suscitato in me la voglia di viaggiare. Così, per i mesi estivi ho deciso di andare oltre, al di là, dalla parte opposta del mondo, in un luogo che può essere uno scrigno e cosa potrebbe essere meglio di un viaggio in Italia? Arte, pizza, calcio, sole, mare, aria non inquinata, città in cui vivono ancora case ed edifici antichi, di tanti anni fa, luoghi dove poter vedere il passato con i proprio occhi! Sì, andrò in Italia! Non parlo italiano, ma conosco l’inglese e dovrei cavarmela, posso iniziare subito a cercare corsi zero su You Tube e posso cercare nei social network e nelle chat, amici italiani, magari anche cinesi che vivono la, al di là.
Baoding, 21 marzo 2015
Le parole di mio nonno continuano a farmi riflettere, come una pentola dentro cui il cibo bolle e sta preparando qualcosa di buono. Penso e ripenso e ogni tanto mi soffermo su qualche parola pronunciata da mio nonno: “spolverare i libri che sono rimasti in soffitta”. Così, questa mattina, mi sono recato in soffitta e ho cercato tra vecchi libri, ma non ho trovato niente che parla dell’Italia, così nel pomeriggio mi sono recato in biblioteca e ho trovato guide turistiche, con cui ho potuto iniziare a programmare le tappe del mio viaggio.
Sono rimasto subito affascinato della bellezza del sud, in particolare dalla Sicilia e ho anche cercato notizie su internet, trovando un articolo interessante, in cui ho letto che ci possono essere, almeno, dieci motivi per visitare la Sicilia. Certo, se si superano certi preconcetti, perché la Sicilia non è solo terra di mafia, come molti pensano. Parlare di Sicilia significa troppo spesso parlare di problematiche relative a ‘ndrangheta, casa nostra, rapimenti, omicidi, corruzione. Palermo è stata sede della popolazione Normanna e conserva tuttora il palazzo dei Normanni, dove è collocata l’incantevole cappella Palatina. Uno scrigno dorato in cui l’iconografia ha lasciato le sue testimonianze più alte. Costruita per volere di Ruggero II nel 1132, inaugurata nel 1143, come riporta un’incisione. Qui si trova anche il museo Internazionale delle marionette, dei così detti “pupi”, un’antica tradizione, opera di abilità artigiane. Uno scenario aperto alla tradizione paladina di Francia, attori della narrazione delle gesta cantate nella letteratura provenzale e non solo. Oggetti da collezione, ancora oggi prodotti con cura e originalità. Ancora, spostandosi in piazza Armerina si può ammirare la villa romana del Casale, dove sono conservati tutt’ora mosaici del III-IV secolo D.C. che riproducono varie scene, tra cui alcune di caccia. Ad Eraclea Minoa è possibile visitare e ammirare scavi archeologici, il teatro e anche la cinta muraria. Ad Agrigento vi è tutto un quartiere ellenistico-romano in cui è possibile sentirsi trasportare ai tempi dell’antica cultura classica. Tra le bellezze naturali vi è l’incantevole riserva regionale del lago di Pergusa, una zona amata in antichità dai Cartaginesi, che avevano dato vita ad uno dei più importanti empori del meridione, ancora amata dai nobili palermitani dell’epoca della Controriforma e tutt’ora caratterizzata dalla costruzione di ville decantate da Goethe come “scudisciate di follia”. Spostandosi a Catania, oltre l’architettura delle Piazze principali, notevole di prestigio e bellezza è la villa Bellini e spostandosi fuori città si può ammirare la scenografia naturale del parco dell’Etna. A Messina, tra le varie bellezze, emerge il campanile astronomico del duomo, un oggetto di alta perfezione, l’orologio meccanico più grande del mondo. Scenario di anticipazione della tridimensionalità, in quanto offre sculture auree animate da movimento ed emissione di suoni. Soggetti scelti con cura, per narrare la storia civile e religiosa della città. Il campanile si erge per quarantacinque metri di altezza e contiene cinquantaquattro automi: Il Leone, il Gallo con Dina e Clarenza, La Madonna della lettera, San Paolo, quattro ambasciatori messinesi, ancora, scene bibliche come l’adorazione dei pastori, la resurrezione di Cristo, la discesa dello Spirito Santo, il decorso della vita umana rappresentato da un bambino, un giovane, un guerriero e un vecchio. Per concludere, vi è anche la rappresentazione dei giorni della settimana. Opere da ammirare almeno una volta nella vita! Andrò sicuramente in questi luoghi! Ma, penso di andare in ordine, voglio prima arrivare a Milano, la capitale della moda! Che quest’anno ospita anche l’Expo! Poi, nel padiglione della Cina potrò trovare tanti amici! Sempre cercando su internet ho trovato un altro articolo, in cui si parla di un importante regista Cinese che sta girando un film in Italia: Pavia, l’antica capitale Longobarda, la storica città in cui si è incoronato Carlo Magno, celebre città dei Visconti, rappresentati, ancora oggi, dal castello e ancora sede della nota Università in cui tra le tante bellezze vi sono i monumenti ad Alessandro Volta ed Ugo Foscolo e il Salone Teresiano voluto da Maria Teresa d’Austria. Una città che conserva intatta un’architettura sviluppata su un cardo e un decumano, tipici dell’accampamento romano, su cui spicca la bellezza di antichi palazzi del XIII-XIV secolo, come quello della famiglia Bottigella arricchiti dalla presenza delle torri, simbolo del potere di antiche famiglie. Un luogo intriso di storia e cultura, che di certo non passa inosservato a veri intenditori, quali i Cinesi. Ed è grazie ad un cinese, il presidente del Pavia Calcio, Xiadong Zhu, se in questi giorni si sta girando un film, capace di valorizzare la bellezza e il prestigio culturale di una cittadina sviluppata come una piccola bomboniera ai margini della metropoli milanese: “Magic Card” del regista Keung Kwok Man e del coreografo Ming Jian Huang, con l’attrice italiana Mariagrazia Cucinotta: un film che nasce e viene creato nello stesso periodo in cui ci stiamo preparando ad accogliere l’Expo 2015 e si pone tra gli obiettivi principali, quello di illustrare non solo alla Cina, ma a tutto il mondo, le bellezze storico-artistiche di Pavia. Il racconto si articola tra scene di shopping e azione, non mancano, infatti, scene di combattimento in cui è stata preziosa la coreografia di Ming Jian Huang, noto anche come esperto di arti marziali.
Milano, 27 aprile 2015
Eccomi qui a ritagliarmi un po’ di tempo per immortalare il mio viaggio, ultimamente sono stato troppo impegnato a studiare la lingua italiana e a progettare il mio viaggio, così non ho più trovato il tempo per scrivere i miei pensieri. Sono arrivato ieri in Italia, il viaggio è stato lunghissimo, ma una famiglia di cinesi che mi hanno consigliato alcuni miei amici mi ha accolto come un loro figlio. Starò con loro dieci giorni e mi faranno da guida turistica. Con loro mangerò cibi tipici cinesi, ma ogni tanto mangeremo fuori cibi italiani, per assaggiarli! All’Expo dovrò andare da solo, perché loro lavorano e non hanno tempo, ma non credo di avere problemi. La mia avventura è iniziata da quando il mio aereo è atterrato in Italia e ora quello che era al di là e sotto i miei piedi! Non mi tocca che scoprirlo!
Milano, 2 maggio 2015
Devo ancora riprendermi dalla brutta esperienza di ieri. Tanta è stata la paura, sembrava di essere in guerra. Ero in centro a Milano, vicino piazza Cadorna, dove c’è una grande costruzione a forma di ago, con un filo di tre colori e sembra penetrare la terra per cucirla. Mi hanno spiegato che è il simbolo di Milano capitale della moda e i tre colori indicano le tre reti metropolitane, che mettono in comunicazione tutta la città. In questa zona c’è anche un’importante stazione ferroviaria che collega con il nord, infatti si chiama “Ferrovie Nord”. Ci sono palazzi antichi e bellissimi, negozi di lusso ed è una zona del centro molto visitata dai turisti. Ieri, sembrava una campo di guerra. Rumore, spari, botti, fumo, gente che scappava e urlava e tante persone vestite tutte di nero, con il viso coperto intenti a distruggere tutto. Macchine incendiate, banche, negozi, case. Distruggevano tutto. Sono riuscito a prendere un taxi per scappare via da quell’inferno, senza sapere cosa stava succedendo. Tornato a casa dei miei amici abbiamo guardato la televisione per sentire le notizie. Quelle persone vestite di nero si chiamano black bloc, loro sono contro l’Expo, infatti hanno scritto su tanti muri “no expo”. Per loro distruggere tutto è normale ed è giusto farlo, non pensano a quanto tempo, lavoro e denaro si spende per costruire e che distruggere l’automobile di una persona significa protestare danneggiando i deboli. Si sfogano tu tutto quello che incontrano e sono molto pericolosi. Non esiste dialogo con la violenza, queste persone rovinano tutto, rovinano anche loro stessi e non penso riescano a capirlo. Su internet ho trovato un articolo molto interessante, perché oltre a raccontare il fatto riportava il parere di esperti. Segno qua il link per poterlo ricordare e tradurre ai miei amici in Cina: http://www.lecanoedelweb.it/perche-ci-sta-la-parola-agli-esperti/
Milano, 20 giugno 2015
Credo che ormai il mio viaggio al nord Italia sia giunto al termine. Ieri in metropolitana è successo qualcosa che mi ha permesso di capire il perché di questo mio viaggio.
Una signora è stata spinta violentemente ed ha gridato “ài”. Quando ho incontrato i miei amici cinesi ho chiesto cosa significa “ài” in italiano e mi hanno risposto che significa dolore, ed è una piccola parola che si pronuncia quando ci si fa male. Tutto il contrario della Cina! Mi sono detto. Da noi, in Cina, “ài” significa amore. Questa parola mi ha incuriosito e ho pensato tanto. Alla fine ho capito! Gli italiani chiamano dolore quello che noi cinesi chiamiamo amore. Forse, con amicizia e dialogo, noi possiamo insegnare a questo popolo a capire che quello che loro chiamano dolore, in realtà è amore e se possono imparare questo possono guardare il loro dolore volendogli bene e prendendosi cura: come si fa con una pianta malata aiutandola a crescere sana e forte in modo da poterne raccogliere i suoi frutti. Anche la loro crisi, se guardata con amore può diventare fonte di felicità e prosperità. Guadare con amore può aiutarli a non sfogare più la loro rabbia contro qualsiasi cosa, persone e ambiente. Il loro paese potrebbe diventare ancora più bello e accogliente. Credo che questa sia la mia missione: tornare in Cina per dire a tutti di visitare l’Italia per insegnare ad amarla!