Ariedo sfida Raffaello per lanciare un messaggio di pace
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
La Madonna della seggiola di Raffaello e quella di Ariedo Lorenzone.
Milano, la città della “mia bella Madonnina” vede l’artista Ariedo Lorenzone, un friulano, ormai trapiantato nella capitale della Lombardia, intento a
realizzare una propria versione della “Madonna della seggiola” del Raffaello. Le due opere a confronto rivelano alcune diversità, che in realtà sono il tocco personale dei due artisti. Ariedo, infatti, pur rispettando la provenienza della luce e i chiaro scuri originali, ha mescolato colori più brillanti e moderni, quasi per far rivivere i protagonisti in questo nostro tempo. Il volto del bambino Gesù appare più maturo, come in molte rappresentazioni artistiche, riporta tratti del viso di un adulto: ed è un Dio che ci guarda in faccia, che ci osserva, invece di farsi osservare. Mentre, i drappeggi delle stoffe, in particolare dell’abito e del turbante della Madonna, sono come filtrati da un velo che mette in secondo piano i dettagli lasciando in primo piano i volti dei personaggi a cui è affidato il logos: non solo da custodire tra le braccia ma da consegnare allo spettatore che si accosta a quel dipinto. Un messaggio forte consegnato in questo tempo, in cui ci avviciniamo all’avvento e in cui, più che mai, sentiamo il bisogno di una prossima venuta e di Salvezza. Questo dipinto di Ariedo può essere letto come un messaggio di pace che predica un dio Emanuele: con noi e in mezzo a noi e non di una divinità posta in cielo, come un falco che osserva il nostro male di vivere.