Auschwitz: il luogo della disumanità divine luogo in cui ritrovare l’umanità

Auschwitz: il luogo della disumanità divine luogo in cui ritrovare l’umanità

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

 

Un doc-film di Danilo Monte, omaggio al compleanno del fratello con lo scopo di recuperarne il rapporto.

download (1)“Memorie-in viaggio verso Auschwitz” è il titolo di un docu-film, girato da Danilo Monte, vincitore del Premio Avanti al Film Festival di Torino del 2014. Si tratta di un filmato dalla durata di 76 minuti, concentrato su un viaggio di due fratelli, Danilo, il regista stesso e Roberto. Qual è il filo logico che tesse la trama della vita di due fratelli con un campo di concentramento? Spinta da questa curiosità ho intervistato il regista:

Come nasce l’idea di questo docu-film?

«Nasce in occasione del trentesimo compleanno di mio fratello Roberto, appassionato di storia contemporanea, che da anni conservava il sogno di poter visitare il campo di concentramento di Auschwitz. In realtà, dietro questo mio regalo vi era la speranza di poter recuperare il nostro difficile rapporto, dovuto alle sue travagliate esperienze di droga e carcere. Da anni, infatti, non parlavamo più!».

Al termine della realizzazione, come si è rivelato, che esito ha avuto nelle vostre vite?

«Si è trattato di un lento viaggio, di due fratelli a confronto sul loro difficile rapporto e l’arrivo al campo di concentramento di Auschwitz, pur essendo il luogo simbolo della disumanità ha innescato in noi un recupero della nostra umanità e quindi del nostro rapporto».

Le sequenze riprendono solo il vostro viaggio o si fermano anche su delle mete? Il campo di concentramento appare solo come meta d’arrivo o vi sono anche scene del suo interno?

«Le sequenze sono tutte concentrate sul nostro viaggio in treno. Sì abbiamo visitato l’interno, ma occupa solo una sequenza di qualche minuto. Tutto il resto è il nostro viaggio: viaggio nella memoria storica e viaggio nella memoria dei nostri ricordi».

Il viaggio in treno è dunque allegoria del viaggio della vita?

«Sì, potrebbe essere anche inteso così, ma si tratta più che altro di un viaggio che va in avanti nel tempo, verso questo luogo così simbolico, e un viaggio in dietro nel tempo, nella nostra memoria, perché durante il film si vedono spezzoni di alcuni nostri filmini di famiglia, messi in ordine cronologico al contrario. Ci sono queste due linee parallele che si rincorrono fino al ritrovarsi dentro il campo di concentramento».

Quali sono le date delle proiezioni?

«La prima sarà il 21 ottobre, alle ore 21:00, presso l’Auditorium in piazza della Libertà di Bergamo; il 22 ottobre, alle ore 20:30, presso il cinema Beltrade di Milano; il 9 novembre, alle ore 21:00, al cinema Baretti di Torino; infine, giorno 11 novembre, alle ore 21:00, al Cecchi Point di Torino. Successivamente saranno organizzate altre proiezioni».

Già solo dalle risposte dall’autore è possibile comprendere il valore del premio ricevuto, una premiazione non solo per il lavoro del regista, ma per l’umanità che ne è la vera regista. Si tratta, quindi di una pellicola il cui contenuto scorre nelle vene dei due protagonisti: tra emozioni, lacrime ricordi, sogni, speranze vissute e convissute in una fraternità ritrovata e rinata dalle macerie e in quelle macerie di cui è l’emblema Auschwitz. Il luogo in cui, così come è stato possibile ricostruire la fraternità di due individui, è anche possibile ricostruire la fraternità dell’umanità intera, se disposti a mettersi in viaggio!

Per informazioni si consiglia di visitare la scheda del doc-film al seguente link: http://lab80.it/distribuzione/scheda/670

Si consiglia di visitare la pagina Facebook: https://www.facebook.com/events/1632983180287300/

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