Catania piange i danni del suo sindaco
di Tiziana Mazzaglia
Intervista a Marco Benanti, giornalista, sull’attuale condizione di Catania in via Dusmet: circolazione chiusa e danni al mercato dei pescatori e a negozianti annessi.
Dopo il mio recente articolo “Chiusa una strada si apre un delirio! Catania, via Dusmet” ho sentito la necessità di chiedere, a qualcuno del posto, alcuni particolari. Così, ho intervistato il collega Marco Benanti, giornalista catanese. Dalla nostra chiacchierata telefonica e colloquiale è emersa molta preoccupazione per quello che accadrà nei prossimi giorni. Giorni che sembrano preparare lo scenario a manifestazioni e rivoluzioni dei commercianti. Tutto ha avuto inizio durante le festività Natalizie, in cui il commercio gode di una notevole ripresa, invece, colpo di scena! I commercianti si sono svegliati e recandosi nel loro posto di lavoro storico, tradizionale, che si tramandano da generazioni, hanno trovato: vigili e sbarramenti! Una scena che a sentirla raccontare sembra rievocare situazioni evangeliche. Siamo proprio nel periodo natalizio, i protagonisti sono persone del popolo, umili lavoratori, poco – se non- istruiti e vivono del proprio lavoro, e già devo ringraziare Dio se la pesca gli va bene! Eppure, per volontà del sindaco di turno sono stati messi alla berlina, con la loro merce in mano su una strada bloccata al traffico. Si saranno sentiti sbattere la porta in faccia ai modi della Vergine Maria incinta e rifiutata dagli ostelli. Ostacoli materiali e concreti, ma metafora ovvia del calo dei loro incassi, dell’insuccesso della loro vita. Benanti, infatti, ha continuato a raccontare sottolineando come Catania sia una città di mare d’origine Greca e Fenice, in cui le attività principali sono sempre state quelle dei mercanti e piccoli imprenditori. Luogo, in cui, non si vive di agricoltura e di allevamento, ma principalmente di pesca ed anche tutta l’alimentazione tipica catanese è a base di pesce. In questi anni, in particolare sono sorti molti centri commerciali, ma il folclore e le tradizioni sono legate ai mercati e alle botteghe. Gli anziani catanesi sono strettamente legati alle loro abitudini, non vanno nei grandi centri commerciali e costringerli a percorrere più strada a piedi diventa un aggravante, che molto spesso, spinge alla rinuncia. Per questo, ostacolare la loro attività mi è sembrato come abbandonare una donna incinta per strada al freddo, che in questi giorni non ha avuto pietà neanche al sud. La chiusura della viabilità non è neanche stata preannunciata, Benanti spiega che su questo esistono due versioni: c’è chi dice di essere stato sorpreso e chi di aver sentito accennare qualcosa dalle associazioni di commercianti, ma pur sempre in modo vago, si alludeva alla probabile chiusura di via Dusmet. Poi, dietro tutto questo c’è una Catania che vive, come tutte le città italiane e in particolare quelle del sud, i suoi anni di crisi, con i suoi debiti trascinati da anni, con disservizi e mezzi pubblici quasi inesistenti, una percentuale alta di disoccupazione e molti problemi legati ad un’amministrazione autoritaria che non dialoga con il popolo. Benanti sottolinea che in un recente articolo pubblicato sul “Sole 24 ore” l’attuale sindaco di Catania si è ritrovato al 71° posto, con otto posti in meno rispetto l’anno scorso e già questo è indice del suo rapporto con i cittadini catanesi. Nel video che ho allegato al mio precedente articolo, infatti, uno dei commercianti dice «Il signor Bianco io non lo chiamo sindaco, perché per me non è mai stato il nostro sindaco». Parole emblematiche dette con il cuore in mano da chi nella sua città lavora e vive e non si sente preso in considerazione. Così, ho chiesto a Benanti se si pensa che il sindaco dia le dimissioni, prima del prossimo anno, quando si dovrà rivotare, ma la risposta è stata tutto il contrario, perché Bianco si ricandiderà. C’è da aspettare per vedere cosa farà per farsi amare e rivotare in una situazione ormai di tragica sfiducia. Intanto, in questi giorni Catania si sta per preparare all’abituale festa della patrona Sant’Agata, che dura fino al 6 febbraio e che vive di scenari di strada. Come ultima domanda, quindi, ho chiesto a Benanti se per la festività di Sant’Agata si parla di una riapertura di via Dusmet, ma anche lui come tutti attente notizie, che per ora non ci sono. Si spera che via Dusmet sia riaperta alla circolazione, perché le tradizioni sono l’anima di un popolo e a Sant’Agata non si potrà chiudere la strada in faccia! A fine conversazione, della descrizione di Catania di Benanti mi ha colpita una frase: “si può dire che Catania ha tanti problemi, ma anche tante bellezze ed è una città ricca di arte barocca ed anche la sua vitalità è barocca”. Ed è proprio questa vitalità barocca, che continua da generazioni, a contrastare con quanto sta accadendo in questi giorni, perché i danni recati ai pescatori puzzano già dopo tre giorni e il da farsi è urgente.
Intervista a Marco Benanti:
La chiusura di via Dusmet era stata preannunciata in qualche modo? Erano stati pubblicati articoli sul giornale provinciale o nel sito del Comune?
«No, non si è saputo nulla, ma il problema dell’informazione a Catania è antico. Allora, ci sono due versioni. Alcuni commercianti dicono di essere stati sorpresi una mattina da vigili e sbarramenti, altri dicono di aver sentito accennare vagamente a qualcosa dalla associazioni. Comunque, la realtà dei commercianti è di gente poco istruita, quasi analfabeta e quindi non leggono i giornali. Quelli con cui ho parlato erano molto irritati, perché non ne sapevano nulla, conoscendoli c’è da aspettarsi qualche loro reazione, come manifestazioni. Ho visto tante manifestazioni a Catania. Conoscendo quel mondo non resterà con le mani in mano. Il mondo del commerci a Catania è la spina dorsale dell’economia, perché migliaia di persone che non hanno un lavoro stabile si recano ogni mattina nei mercati per vedere quello che hanno, si parla di una realtà siciliana con un problema occupazionale alta. Poi Catania ha percentuali di disoccupazione del 30%, a livello giovanile anche più del 50% quindi c’è un enorme serbatoio di lavoro anche irregolare, parliamoci chiaro! Qui il mito dell’industria è crollato, qui è rimasta solo la “St Microelectronics”.
Quello che non si dice mai è che il mercato è un’attività precaria ed è legato a tradizioni, a consuetudini che si susseguono nel tempo, che non possono essere interrotte tutto ad un tratto con un colpo di penna. Chi va in questo mercato sono persone anziane, che non leggono i giornali e non hanno contatti e all’improvviso gli si propone un quadro completamente diverso, che prevede di dover camminare a piedi per un tragitto più lungo. Poi, c’è da dire che Catania ha problemi di disservizi che riguardano i mezzi pubblici. C’è un’azienda con gravi problemi che non consente puntualità ai servizi. Non c’è un servizio pubblico degno di questo nome. Cioè tutto un mondo del sud, dei mercati, che è un mondo di consuetudini, quindi c’è un problema di modalità di intervento, l’amministrazione ha scelto la soluzione più traumatica ed è sorda alle esigenze del popolo. Questa è una città che vive di commercio o di impiego pubblico».
Il turismo?
«Questa è una città in cui l’inverno dura circa tre mesi, a Novembre di solito si va ancora al mare e poi inizia una primavera che è già estate, ma il turismo non attira, anche se Catania offre molto non solo come clima, ma anche a livello storico-artistico, perché è una città Barocca ed è barocco anche lo stile di vita, con locali aperti tutta la notte».
Catania una volta era chiama la Milano del Sud…
«Sì, ma il mito della “Milano del sud” degli anni 60, ormai, non c’è più. Catania ha perso le sue attività e non ha più una vera presenza industriale. Catania ha un problema enorme di commercio, perché è invasa da centri commerciali e questo ha creato una situazione esplosiva, chiaramente. In più la spesa pubblica si è ridotta: soprattutto al sud faceva da ammortizzatore sociale, quindi, è diventato una miscela esplosiva. Lo stato spende sempre di meno, i trasferimenti ai Comuni sono stati tagliati, il Comune di Catania è di fatto in fallimento. Nel frattempo, negli ultimi venti anni, la città ha conosciuto una crisi economica enorme e quello che ne resta è il commercio. Catania è una città principalmente commerciale e la sua attività dura da secoli. La città Fenicia si direbbe, una città di mercanti, di piccoli e medi imprenditori che vivono di questo. La tradizione alimentare è legata al pesce, tutta l’alimentazione qui è a base di pesce».
In che modo è stata giustificata la chiusura di via Dusmet?
«L’amministrazione comunale dice che ora via Dusmet è più ordinata. Si sa solo che Catania è una città caotica e in quella zona ci sono fenomeni di parcheggi abusivi che devono essere portati alla legalità, anche se lo stile di vita del sud è quello di vivere alla giornata e le regole non vengono rispettate alla norma. Purtroppo è uno stile di questa città il non colloquiale con le persone. L’amministrazione ha uno stile molto autoritario. Non so cosa succederà, perché il prossimo anno ci saranno le nuove elezioni».
Si cambierà sindaco? O forse è possibile che si dimetta prima?
«L’attuale sindaco si ricandida e ci sarà una vera battaglia. Basta leggere un articolo del “Sole 24 ore” di pochi giorni fa in cui è pubblicata una classifica del gradimento dei sindaci e Bianco è al 71° posto con 8 posti in meno dell’anno scorso. C’è un problema evidentemente. Il Comune, ha pochi mezzi per affrontare i problemi, perché deve affrontare un enorme debito che è aumentato in questi anni, un caso nazionale classico di debito, ormai cronico, con una situazione di estrema urgenza. Ci sono numerose sentenze e provvedimenti della Corte dei Conti che sottolineano questa questione di estrema urgenza. Ed è una città con aliquote delle tasse al massimo, si paga molto».
Sono state date delle alternative al problema di via Dusmet? Qualcuno ha preso iniziative?
«Il Comune ha la sua tesi e sostiene di aver ovviato a questo problema creando una zona alternativa di parcheggi, precisamente al parcheggio Borsellino, vicino al porto, ma in realtà non c’è. Per il momento nessuno ha preso iniziative. Abbiamo il movimento 5 Stelle, ma non brilla per iniziativa, poi abbiamo il centro-destra che è ancora frammentario. Sostanzialmente, Catania è governata da un centro-sinistra allargato ad un centro moderato. Ma nessuno si è attivato».
Si sta avvicinando la festa di San’Agata, ci sarà una riapertura di via Dusmet?
«Questa è una bella domanda! La festa è internazionale e dura fino al 6 febbraio. Qualcuno dice che ci saranno provvedimenti ulteriori e siamo in attesa. Via Dusmet è una via in cui passano le cerimonie legate alla santa e gestire la festa di sant’Agata ogni anno blocca la città per le decine di devoti. Si tratta di un periodo in cui la città è stravolta, perché c’è una devozione sfrenata».
Si consiglia la lettura dell’articolo: “Chiusa una strada si apre un delirio! Catania, via Dusmet” e “Catania agonizza per le scelte dettate dal suo sindaco”.