C’è chi c’ha il bonus e chi non c’ha lo stipendio
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
MIUR assume e ritarda il pagamento degli stipendi a data da definire.
Siamo nell’era dei bonus, degli incentivi, dei premi, della ‘buona scuola’, eppure c’è chi si ritrova solo una ‘buona sòla’, come era stata definita da molti precari che hanno manifestato e marciato nelle piazze d’Italia, nei mesi scorsi. Personale ATA, docenti neo assunti, neo immessi e supplenti si ritrovano a svolgere regolare servizio senza percepire lo stipendio a fine mese. I loro contratti nel sito di “Istanze on-line” risulta regolarmente comunicato dalle scuole in cui sono stati assunti, ma non risultano accettati dal MIUR. Questo comporta l’inesistenza di tali persone presso l’ufficio di ragioneria della regione competente e quindi i cedolini non possono neanche essere elaborati, per poter precedere al pagamento. Alle varie lamentele il MIUR risponde di essere in ritardo e di aver problemi con i pagamenti e chiede, quindi, di aspettare. Ma, a questo punto è spontaneo rispondere che se si va a fare la spesa al supermercato non si può chiedere di pagare nei prossimi mesi, lo stesso se servono farmaci e ancora quando si devono pagare le bollette! Tutti questi lavoratori sono esseri umani e come tali hanno esigenze umane da dover affrontare attraverso spese economiche. Sembra di assistere ad un gran mercato in cui si regalano bonus ai prediletti per poter illudere di vivere in un periodo di ripresa economica e poi, si tralascia la classe ritenuta inferiore a ‘sgobbare’ non per un pezzo di pane, ma per la promessa di poterlo avere in futuro. I sindacati rispondono di non poter intervenire e malgrado questo sostengono di essere già intervenuti per chi, da settembre fino a dicembre, non avevano percepito nessuno stipendio, ma chi, da dicembre ad oggi, non ha percepito nulla, perché appena assunto o perché ha cambiato sede deve aspettare! Si tratta di un’attesa che compromette vitto, alloggio, bollette e c’è chi ha figli da mantenere, chi è rimasto orfano all’improvviso, chi ha cambiato città, per non essere depennato e ha quindi affrontato spese per potersi trasferire. Le ultime notizie, che si aggirano nelle segreterie delle scuole, informano di una possibilità di poter ricevere un acconto dei mesi arretrati, tra i giorni 12 e 15 di febbraio e poi il resto poco per volta, nei mesi successivi. Ovviamente senza interessi! L’ispettorato del lavoro in questi casi non può intervenire, perché non si tratta di un datore di lavoro privato, ma del Ministero dell’Istruzione. Quindi, a chi rientra tra questi lavoratori rimane solo da chiedere l’elemosina ai familiari, se ne hanno ancora, o al primo incontrato per strada. Alcuni collaboratori scolastici esprimono l’intenzione di voler lasciare il loro lavoro per andare a servizio di famiglie, senza essere messi in regola, ma con almeno i soldi della giornata in tasca, per affrontare le spese quotidiane. Questa è l’Italia del “C’è chi c’ha e c’è pure chi non c’ha!”, come cantava Nino Frassica.