Con la riforma del catasto quali saranno i cambiamenti causati ai proprietari d’immobili?

Con la riforma del catasto quali saranno i cambiamenti causati ai proprietari d’immobili?

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

Quesito rivolto al Prof. Placido Mazzaglia, Commercialista, Revisore contabile, Consulente tecnico del Giudice. Studio Mazzaglia, Pavia ( plmazza@tin.it ). La riforma del catasto porta un aumento delle rendite quale base imponibile ai fini IMU e  TASI che dal 2015 confluiranno nella LOCAL TAX.

 

«L’articolo 1, comma 639 e seguenti della Legge 27/12/2013, n. 147 e successive modificazioni ed integrazioni, ha disposto l’istituzione, a decorrere dal 01 gennaio 2014, dell’imposta unica comunale IUC, basata su due presupposti impositivi, uno costituito dal possesso d’immobili e collegato alla loro natura e valore, e l’altro collegato all’erogazione e alla fruizione di servizi comunali, e composta dell’imposta municipale propria (IMU), di natura patrimoniale, dovuta dal possessore di immobili, escluse le abitazioni principali, e di una componente riferita ai servizi, che si articola nel tributo per i servizi indivisibili (TASI), a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile, e nella tassa sui rifiuti (TARI), destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore.

Per il 2015 si va verso l’abbandono dei tanti acronimi, che ci hanno tormentato in calcol,i con migliaia di delibere comunali verso l’applicazione di una “Local Tax”; un’imposta unica verso l’approvazione senza tetti alle aliquote. Cambiano le sigle, ma la musica è sempre quella: spillare più denaro ai contribuenti, questa volta, per rimpinguare i bilanci dei Comuni.

La legge 11 marzo 2014, n. 23 pubblicata in G.U. Serie Generale n. 59 del 12/03/2014 conferisce una delega al Governo per la realizzazione di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, da attuare entro dodici mesi, il governo ha tempo un anno, per adottare uno o più decreti legislativi (Dlgs o decreti delegati) per rivedere, secondo precise indicazioni, il sistema fiscale, anche sulla base dei principi già indicati dal Fondo monetario internazionale. Il Governo ha definitivamente approvato lo schema del decreto legislativo, che stabilisce la composizione e le funzioni delle nuove commissioni censuarie.

Con l’approvazione definitiva del decreto legislativo sulle commissioni censuarie, gli organismi incaricati di rivedere gli estimi degli immobili, la riforma del Catasto compie il suo primo passo. Il provvedimento porta con sé i timori di nuovi aumenti della pressione fiscale: le nuove rendite consentono una adeguata valutazione degli immobili ai fini fiscali e sono destinate a crescere in alcune città in maniera esorbitante rispetto ai valori attuali. Tra tutte le riforme, infatti, è quella che nasconde il maggior numero di insidie, non fosse altro perché il peso delle imposte sugli immobili e proprio dalle valutazioni catastali, certamente (almeno si spera) che con l’aumento delle rendite vadano ridotte le aliquote oggi applicate per IMU e TASI. Con le nuove norme sul nuovo catasto cambia radicalmente il principio per il calcolo delle rendite catastali: dai vani, l’unità di misura per la misurazione del valore immobiliare, si passa al metro quadrato. L’iter è avviato, ma tempi saranno lunghi, anche perché, pur procedendo con immobili campione, si tratta pur sempre di effettuare un’attenta osservazione su sessantadue milioni di unità immobiliari».

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