Contrasto: New Age e Cristianesimo
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
I punti di contrasto tra la New Age e il Cristianesimo
Nel Cristianesimo Gesù è il Verbo incarnato, il Dio fatto uomo, come evento di salvezza per tutta l’umanità, «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Come testimonia il Credo: «Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, consustanziale al Padre, per mezzo del quale sono state create tutte le cose. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, patì, fu sepolto e il terzo giorno risuscitò secondo le Scritture, salì al cielo, siede alla destra del Padre, verrà di nuovo con gloria a giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è il Signore è da la vita, e procede dal Padre. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo in un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà». Per il New Age non è così, ma è soltanto un uomo illuminato dal pieno possesso dell’energia cosmica. Per i Cristiani Dio entra nella propria storia nella persona di Gesù Cristo, suo Figlio che è allo stesso tempo Dio e uomo, e attraverso la sua sofferenza sulla croce salva l’umanità.
I teologi del New Age parlano di un Cristo che vive un’esperienza felice in armonia con il creato, negano del tutto la sofferenza, rifiutano la sofferenza e sfuggono la visione di un Dio crocifisso. Invece per i Cristiani ha molta importanza la figura di Cristo che dona la sua vita per Amore, che accesa su di sé tutte le sofferenze per liberarci, un Dio che affronta la morte e la vince per liberaci dal male, per donarci una nuova vita, che si celebra ogni anno con il mistero Pasquale. Il New Age disprezzando la sofferenza si nega una grande salvezza. La sofferenza fa parte di ogni individuo, serve per poter assaporare la gioia di rinascere di scoprire che già qualcuno ha sofferto per noi, che siamo già stati Salvati, e questa la gioia che riempie l’animo umano. Aspettare la pece interiore attraverso sensazioni o energie è un illusione che si può raggiungere forse solo estraniandosi dalla realtà, perché la sofferenza fa parte della realtà. I Cristiani con Cristo crocifisso adorano la sofferenza, di fronte al crocifisso vediamo quanto valiamo “Guardati perciò dal rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto! (Rm 14, 15). Noi siamo preziosi, valiamo la morte di Gesù. Il crocifisso per molti santi è uno specchio, Santa Chiara si specchiava per contemplare, meditare e bramare di imitare. Il corpo ferito e sanguinante inchiodato alla croce è un corpo che soffre per salvarci e ci chiede di offrirgli le nostre sofferenze, di riporle in Lui per trasformarle in gioie. Dalle sue ferite sgorga sangue e acqua, dolore che si trasforma in vita in salvezza. La grandezza della fede Cristiana è proprio in un Dio che per amore ci ha voluto somigliare fin dentro la nostra sofferenza. Lui viene in contro a noi, invece nella New Age l’uomo rincorre il divino. Il Dio dei cristiani è un Dio che per Amore si fa uomo, da un luogo infinitamente grande si reca in un piccolo posto, entra nel grembo della Vergine Maria. Nasce solo per morire per noi e lo desidera ardentemente per amore «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi» (Lc 20, 14). Si tratta di una Pasqua che libera da tutte le schiavitù. Il cibo da mangiare è il suo corpo. Con questo mistero Dio si offre a noi come cibo, è un Dio vicinissimo a noi, ci offre un cibo forte che ha il potere di cambiare la vita. Il New Age non ha quest’ unione con il divino, ma la sogna, la rincorre, la spetta come promessa di salvezza, non hanno neanche un salvatore, ma solo una guida per questa ricerca di salvezza di felicità appagante e universale. L’uomo del New Age è solo non ha colui che “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo” (Credo). Il New Age non ha un redentore, è l’uomo che si salva da solo con tutte sensazioni e emozioni umane, bellezza, dolcezza, armonia, calma. Per i cristiani la salvezza è opera di Altro, di Dio. Per i cristiani la salvezza è un dono, una liberazione, una grazia, una risposta liberatrice a una situazione di schiavitù. Per i sostenitori della New Age i cristiani celebrano troppo la sofferenza e danno poco spazio alla gioia, loro negano del tutto la sofferenza non vogliono un Dio in croce, ma cercano sensazioni positive. Gesù Cristo non cerca la sofferenza, ma vive secondo la legge del Padre e quando incontra la sofferenza la accetta, la affronta, non scappa. Il New Age cerca l’illuminazione, ma fugge la sofferenza, Gesù Cristo è illuminato, sente la voce del Padre, e non fugge la sofferenza, si fida con amore e la accetta comprendendo il suo grande significato di Salvezza, che è pura felicità. Una felicità estesa a tutti recando del bene al prossimo, non una felicità rivolta al Sé, a se stessi, alla propria armonia. Tutti siamo parte dell’universo, la Salvezza si ottiene rivolgendola agli altri come dono gratuito. Per la fede cristiana l’uomo solo è incapace di salvarsi. «Sappiamo infatti che la legge è spirituale, io invece sono di carne, venuto come schiavo del peccato. Non capisco infatti quello che faccio: non eseguo ciò che voglio, ma faccio quello che odio. E se faccio ciò che non voglio, riconosco la bontà della legge. Or non sono già io a farlo, ma il peccato inabitante in me. So infatti che non abita in me, e cioè nella mia carne, il bene: poiché volere è mia portata, ma compiere il bene, no. Infatti non faccio il bene che voglio, bensì il male che non voglio, questo compio. Or se faccio ciò che non voglio, non sono già io a farlo, ma il peccato che abita in me. Trovo infatti questa legge: che quando voglio compiere il bene, è il male che incombe su di me. Mi compiaccio della legge di Dio secondo l’uomo interiore, ma vedo una legge diversa nelle mie membra che osteggia la legge della mia mente e mi rende schiavo alla legge del peccato che sta nelle mie membra. Uomo infelice che sono! Chi mi libererà dal corpo che porta questa morte? Grazie a Dio per mezzo di Cristo nostro Signore!» (Rm 7, 14-25).
APPENDICE
CONFRONTO TRA CRISTIANESIMO E NEW AGE
Tratta da Oliveri Pennesi A., Il Cristo del New Age, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1999, pp. 69-73.
SECONDO QUANTO AFFERMA IL CRISTIANESIMO | SECONDO QUANTO AFFERMA LA NEW AGE | ||||
Un solo Gesù Cristo o molti
Gesù, il Cristo, è il Figlio Unigenito di Dio, suo Verbo, per mezzo del quale tutto è stato fatto (Gv 1,10).Egli è vero Dio, come espressione del Padre e vero uomo, come figlio di Maria. Egli è entrato nella storia una volta per tutte a Betlemme: «IL Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Immagine del Dio invisibile, egli sostiene l’universo nella vita, nel movimento e nell’essere. Egli abita il cuore dei fedeli per mezzo del suo Spirito. In Lui, noi percepiamo l’umanità e l’umiltà di Dio, per Lui e in Lui intravediamo un giorno la divinizzazione dell’uomo. «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).
Il Cristo non è Dio. La coscienza cristica che lo anima è essenzialmente un tipo di vibrazione cosmica. Tale livello di coscienza penetra ogni cosa e si può indicarne negli Avatar o guide, destinate a condurre l’umanità nella «Nuova Era». Egli si è manifestato un giorno in Gesù di Nazareth, al momento del suo battesimo. Oggi egli ritorna nei differenti Messia, in Maiteya o Ishvara che inaugureranno l’Era dell’Acquario. Questo Cristo avrà in mano l’avvenire del mondo ponendo fine al cristianesimo dell’Era dei Pesci. Sarà uno dei molteplici volti dello Spirito cristico come lo furono i grandi iniziati che lo hanno preceduto; non vi è dunque un solo Cristo, come insegna la Chiesa, ma tanti Cristi che sono stati iniziati nel corso delle età.
Un’auto salvezza o un dono gratuito
La gratuità della Redenzione è l’ultima prova dell’Amore divino. Il mondo è stato creato in vista dell’Alleanza definitiva, perfino se l’uomo, in molteplici modi, la rifiuta.
Non c’è nessun nome in cielo per il quale noi possiamo essere salvati se non quello di Gesù. Vi sono forme di malessere che hanno la loro origine dalla rottura dell’Alleanza, dal peccato. La salvezza integrale, la libertà completa è essenzialmente un dono benevolo di Dio che rivela all’uomo i suoi errori al fine di manifestargli il suo amore incondizionato. «Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10). È la fede in definitiva che salva.
La salvezza dell’uomo risiede nella conoscenza sperimentale della sua propria natura divina, alla quale egli perviene mediante la gnosi e le diverse tecniche dell’esoterismo. L’uomo è in grado di porre rimedio ai suoi propri errori di percorso (è assente l’idea di colpa). Non vi è salvezza proveniente da un altro, ma unicamente autosalvezza. L’illuminazione, le rinascite, l’accesso ai poteri psichici e l’occultismo, lo conducono alla piena conoscenza del Sé, all’armonia con l’universo, al Nirvana, al Plerosma. Si attualizzano per lui le promesse della Genesi: di diventare come Dio, di non morire affatto e di conoscere il Bene e il Male (cfr., Gn 3, 4-5).
SECONDO QUANTO AFFERMA IL CRISTIANESIMO
SECONDO QUANTO AFFERMA LA NEW AGE
Una verità che si accoglie o che si fabbrica
Esiste un ordine di verità oggettiva che si fondano nell’insegnamento di Gesù e sulle azioni, Lui che è la Via, la Verità e la Vita. Il Cristianesimo è un cammino alla sua sequela. La verità non dipende dal giudizio di alcuno e ciò che aggrada non è necessariamente vero. Il giudizio morale non si basa unicamente sulla coscienza individuale; il soggetto deve aprirsi, nella misura dei suoi mezzi, ad un ordine di valori che sono quelli di Cristo e che la tradizione della Chiesa ha trasmesso e ripetutamente ribadito. La verità è indubbiamente esigente e difficile a vivere, ma una volta accolta e perseguitata, la persona diviene più libera (Cf., Gv 18, 37).
La verità è quella che ciascuno costruisce a partire dal suo fondamento divino. L’aderente del New Age attinge ciò che ritiene suo bene dove lo trova. La sua moralità si dà i suoi criteri fidandosi in ciò che «sente» come bene. La verità si misura sempre in base ai risultati ottenuti, in termini di armonia, estasi, sentimento «oceanico», rilassamento. Qui facilmente la dimensione spirituale si confonde con quanto si prova a livello psichico.
Rifiuto o accoglienza della sofferenza e della morte.
Assumere il negativo della sofferenza possiede un peso infinito. Gesù apre gli orizzonti dell’al di là col suo passaggio della Pasqua, non sfuggendo, ma affrontando la Passione. Il suo discepolo lotta contro la sofferenza, ma vi sono delle circostanze nelle quali dovrà partire sull’esempio del Maestro.
«Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?» (Lc 24, 26). Per tutti la morte è il momento della verità col quale ciascuno è invitato ad aprirsi definitivamente all’amore del Padre; entra allora nella vita definitivamente nuova di conoscenza e di amore. Gesù dice al buon ladrone: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso» (Lc 23, 43).
Non c’è spazio per il negativo che costituisce la dimensione tragica della vita. Non si attribuisce alcun valore alla sofferenza e alla morte. Ciò che conta è la sopravvivenza legata alle tecniche di ampliamento della coscienza («viaggi», nelle vite precedenti, esperienze fuori dal corpo, credenza nella reincarnazione). Risiede lì una risposta all’aspirazione illimitata di vivere, ma sempre all’interno di un orizzonte terrestre omogeneo. La vita futura è la proiezione nelle molteplici esistenze dei medesimi desideri, aspirazioni e bisogni della vita corrente, in un progresso continuo, verso una perfezione puramente umana. La «vita» eterna è il destino dello spirito che si fonderà un giorno nel turbinio dell’energia cosmica secondo il paradigma dell’eterno ritorno. SECONDO QUANTO AFFERMA IL CRISTIANESIMOSECONDO QUANTO AFFERMA LA NEW AGE
Un avvenire da costruire o già « iscritto nelle stelle».
I cristiani attendono la seconda venuta di Cristo, astenendosi dal fissarne una data.
L’atteggiamento richiesto è uno stato di vigilanza, che sostituisce il clima normale della vita cristiana come quei servitori che attendono il ritorno del Signore. La realizzazione del Regno avverrà tramite lo sforzo del lavoro dell’uomo e sarà al contempo dono gratuito della potenza creatrice di Dio. Il Padre opera sempre nella creazione del mondo: «Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non va ne accorgete?» (Is 43, 19). Il termine della storia sarà la grande adunanza dei figli del Regno ed il loro ingresso nel dinamismo dell’Amore trinitario. Per i cristiani la Nuova Età è cominciata oltre 2000 anni orsono, allorché Gesù ha dato il suo Spirito Santo e lo ha effuso sull’umanità per trasformarla interiormente. Da allora i cristiani vivono gli ultimi tempi. L’Arcobaleno biblico (Cf., 9, 13) è il regno dell’Alleanza eterna, indelebile, che Dio non ha mai ritirato.
L’età dell’oro è per domani, al più tardi verso il 2160, con l’arrivo dell’Era dell’Acquario. Il New Age (Nuova Era) sarà un regno di Pace, di Armonia, di Giustizia e d’Amore come testimonia l’estremo interesse suscitato per le esperienze psichiche e paranormali. La terra sarà abitata da esseri perfetti, secondo il mito dell’androgino, i quali, superate le frontiere della coscienza, possiederanno una perfetta padronanza delle leggi cosmiche. Sarà dunque giunto il tempo di sbarazzarsi degli ultimi resti del Cristianesimo, per spianare le strade all’avvento di una «super-religione» mondiale e di un nuovo ordine mondiale (mundialismo, sinarchia). Maitreya, il Cristo dell’Acquario, è già all’opera per porre fine alla nostra epoca di violenza, definita Kali Yuga nell’Induismo, la più tenebrosa delle età. Presto brillerà sul mondo l’Arcobaleno, il ponte cosmico tra le anime e l’Anima dell’universo.