“Dell’Africa non sappiamo nulla”

“Dell’Africa non sappiamo nulla”

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

 

Gianni Biondillo, L’Africa non esiste, Guanda 2014. Presentazione al festival Parolario, villa Gallia, Como,  31/08/2014.

Gianni Biondillo, scrittore, giornalista, architetto. Fonte foto: facebook.

Gianni Biondillo, scrittore, giornalista, architetto. Fonte foto: facebook.

Gianni Biondillo, giornalista, architetto, scrittore. Molti milanesi lo conoscono per le passeggiate culturali che organizza con Satisfiction, la rivista culturale diretta dal critico Gian Paolo Serino. Altri, hanno letto suoi articoli e suoi libri di cronaca milanese. Gianni, per me era solo un nome, avevo letto poco di lui e non ero riuscita a partecipare alle sue passeggiate, fin quando l’ho visto nel programma di Parolario, come evento Satisfiction per presentare il suo nuovo libro “L’Africa non esiste”. -Perché non esiste?- Mi sono chiesta e così, sono andata a Como e ho pensato: se mi incuriosisce leggo li libro. Un salmo dice: “Beato chi decide nel suo cuore il santo viaggio”. Il mio viaggiare alla scoperta di narrativa contemporanea si è rivelato, un viaggio dentro un altro viaggio, sono stata in Africa solo ascoltando Biondillo! Un incontro di un Gran viaggiatore. “L’Africa non esiste” ha detto l’autore stesso è una sorta di diario di viaggio in cui prendono voce non storie di quel luogo ma, racconti oggettivi, con qualche sfumatura soggettiva di quanto Gianni ha visto. E lo ripete anche nel suo libro, a pg. 14 e 15: « Sono andato in Africa come testimone oculare (…) E ho visto. Ho visto persone che si dannano l’anima, ci mettono passione, anche nelle ristrettezze. (…) Ho visto realtà mutevoli, non solo di nazione in nazione, ma anche all’interno dello stesso territorio. Innovazione e arretratezza, immobilismo e fuga verso il futuro. (…) Ho visto all’opera i pregiudizi dell’uomo bianco, ma anche, speculari, quelli dei popoli neri, spesso rivolti a loro stessi.» I suoi occhi hanno visto l’indispensabile che a molti è invisibile, come direbbe Antonie de Saint-Exupéry, celebre autore de “Il piccolo principe”. A Como ha esordito dicendo: «Ho visto luoghi che già in questo momento, mentre sto parlando a voi, sono cambiati, perché sono in continua e veloce evoluzione».

Tra le righe delle pagine di questo libro l’autore ha fermato l’attimo, ha posto i riflettori su anime che forse nessuno apprezzerà mai per quanto meritano e gli ha dato una giusta collocazione di ricordo ed esaltazione permettendogli di vivere per sempre in un archivio di ricordi. E ci sono anche, città come Cairo che, Gianni dice: “È tutto e il contrario di tutto”. « Il Cairo è una città che ha il colore del fango. (…) una città appesa ad un filo sfibrato –quello della sostenibilità- che sembrava sempre più ad un passo dallo spezzarsi» (pg. 87).

Poi ha visto molta Italia, un’impronta rimasta nei secoli che non sarà mai cancellata. Molta Cina, una presenza attiva e fattiva che trasformerà l’Africa in un grande continente. Gianni dice: “La prossima generazione è l’Africa”, dove ancora il tasso di mortalità è elevato e si muore troppo giovani, ma gli anni sono vissuti intensamente e racchiudono la vera magia di chi riesce a godere delle piccole cose.

Al termine della presentazione, Gian Paolo Serino nel dialogo con l’autore ha raccomandato a tutti di leggere il libro e di farlo leggere nelle scuole. Pensiero che era anche nella mia mente fin dalle prime parole di Biondillo, perché “dell’Africa non sappiamo nulla” (pg.11) e tantomeno i libri di testo impregnati solo di nozioni e non di vita. La scuola deve cambiare dicono continuamente i politici, ma la vera riforma efficace sarebbe quella di far vivere la cultura con incontri letterari, partecipazioni a festival, perché come dice Emilio Salgari: “Leggere è viaggiare senza bisogno di una valigia”. E ancora, gite scolastiche formative e non ludiche. Ma, chi propone una gita scolastica in Africa? Eppure, è viaggiando in questi luoghi che si conosce il mondo.

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