“Il pane quotidiano”
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Il padiglione del Vaticano a Expo 2015. Intervista a Mons. Antonio Interguglielmi, Canonista, Cappellano Rai, Direttore Ufficio Aggregazioni Laicali della Diocesi di Roma.
Il giorno dell’inaugurazione dell’Expo il Santo Padre, Papa Francesco ho citato il “pane quotidiano” del Padre Nostro. Cosa indica nel concreto quest’espressione Cristiana?
«Bellissima la citazione di Papa Francesco all’inaugurazione dell’Expo: il pane di cui si ha bisogno per vivere, sia quello che mantiene il corpo, sia quello che sostenta lo Spirito, l’Eucarestia. E’ dunque un messaggio molto profondo questo di Papa Francesco, perché il pane è un simbolo molto forte. Questo simbolo lo troviamo spesso in tutte le Sacre Scritture. Mancare di pane corrisponde a mancare di tutto e allo stesso tempo, il pane non è soltanto un mezzo di sussistenza, ma indica la comunione tra gli uomini: come fa Gesù nell’ultima cena, e come si ripete ogni volta che si celebra la Santa Messa, è destinato ad essere diviso. Mangiare insieme vuol dire essere in comunione. E’ quindi un simbolo molto forte, perché se c’è divisione del cibo, vuol dire che c’è comunione, fraternità, carità. Ecco che condividere e mangiare il pane nella Bibbia significa essere amico, avere desiderio del bene dell’altro, simbolo dell’accoglienza: Abramo nell’apparizione a Mamre offre, ai tre uomini che gli appaiono, acqua e pane per rinfrancarli (libro della Genesi, capitolo 18)».
Rimanendo in tema con l’Expo, come i Cristiani possono mantenere viva l’energia del loro “cibo”?
«I cristiani sono testimoni del cibo celeste attraverso la preoccupazione e la carità verso coloro che non hanno pane, ne cibo, ne case, che hanno bisogno di aiuto: non avrebbe senso cibarsi del “cibo degli angeli”, l’eucarestia, e poi disinteressarsi di chi muore di fame».
Il Vangelo di Giovanni che solitamente si legge a Pasqua cita un Dio che “desidera ardentemente” diventare cibo. (Gv 13, 1-15). Qual è la chiave di lettura di questo passo?
«Cristo vuole essere “spezzato” per noi, diventare nostro cibo per comunicarci la Sua vita divina. Per noi cristiani vuol dire “lasciarci mangiare”, cioè condurre, guidare dai fatti della storia che dio ci manda, saperli interpretare con Sapienza, senza mormorare, ma sapendo che noi seguiamo un Dio che si rivela nella storia, concretamente».
Nel padiglione dell’Expo dedicato al Vaticano oltre alla scritta ” Dacci oggi il nostro pane quotidiano” vi è anche “Non di solo pane vive l’uomo”. Questa seconda frase incide sulla spiritualità umana che va nutrita, ma nel concreto con cosa si nutre l’animo di un cristiano?
«Due sono i pani di cui si nutre il cristiano: il pane eucaristico, appunto, e il Pane della Parola di Dio. Il Concilio Vaticano II ha riconsegnato a tutti un tesoro: la Bibbia, prima libro misterioso e riservato a pochi … E’ come se noi avessimo un tesoro e non lo usassimo! E’ necessario riscoprire questo secondo pane, di vita: quanto è bello per un cristiano, come ci ha invitato più volte papa Francesco a fare, ricevere in “pane quotidiano” della lettura di un brano, anche breve, del vangelo al giorno. Quanto bene, quanta Pace ci può dare».