Il San Michele di Pavia: oltrepassare la porta per incontrare la misericordia
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Riscoprire il significato allegorico per vivere l’attuale anno della Misericordia: Cenni storici e iconografici del San Michele di Pavia.
Stiamo vivendo l’anno della Misericordia e i modi per celebrarlo possono essere tanti, come il solo varcare la porta di una chiesa. In questo mio studio propongo la conoscenza della chiesa romanica dedicata a San Michele arcangelo, caratterizzata da un messaggio di redenzione.
Pavia ospita sei chiese romaniche di prestigio e notorietà internazionale: San Pietro in ciel d’oro; San Lanfranco; San Teodoro; San Primo e Feliciano, San Maria in Betlem e San Michele.
La chiesa di San Michele ha un’importanza storica dovuta anche al fatto che qui Carlo Magno si era incoronato.
Solitamente, quando si pensa al S. Michele si sbaglia ritenendola una chiesa longobarda: solo nella prima metà dell’ottocento è stato scoperto l’errore di datazione.
Le date storiche, a noi pervenute, dalle fonti dirette sono:
- Nel 642 consacrata dal vescovo Damiano;
- Nel 650, lo storico Paolo Diacono la cita come chiesa in cui si rifugiò l’armanno Udolfo in fuga dal nemico Grimualdo, duca di Benevento a cui spetta il primato di aver cacciato i bizantini dal governo e si crede sia stato aiutato da san Michele;
- Nel 662, ancora Paolo Diacono la cita come chiesa esistente;
- Altra datazione ritenuta possibile era stata l’epoca ostrogota a inizio del VI secolo.
- Nel 749 compare notizia del trasferimento delle reliquie di Sant’Eleucadio provenienti da Ravenna.
La chiave di lettura degli elementi iconografici presenti in tutto l’edificio riconducono allo stesso tema di “peccato e redenzione”, molto vicino al concetto di Misericordia, concetto in cui la luce ha valore di salvezza ed è l’elemento che permette di vedere di ragionare di essere ragionevoli e di non urtare contro le cose. Questo aspetto è oggi attuale in quanto stiamo vivendo l’anno della Misericordia.
Un esempio per comprendere il valore allegorico della luce è pensare di camminare al buio: se proviamo non solo non sappiamo dove andiamo, rallentiamo, temiamo di farci male, ci ritroviamo in una situazione di panico, ma soprattutto sbattiamo contro quello che non vediamo. La luce, quindi permette di camminare sereni e di vedere e riconoscere sia la strada sia gli ostacoli.
La pianta di questa chiesa è molto particolare e prevede una facciata detta “a vista”, l’unica in tutta Italia. Se ci si pone davanti alla facciata non si vede il corpo dell’intera chiesa, ma solo la facciata, come se dietro non vi fosse nulla. Questo esalta l’importanza dell’ingresso in chiesa, visto come l’ingresso nel regno di Dio, in cui sono perdonati tutti i peccati: una grande porta del perdono. Sul portale vi è raffigurato San Michele con gli occhi aperti, che guarda in faccio chi entra e ai suoi piedi una trascrizione in latino: “Regni del popolo terrestre affidatevi a san Michele”. Nel portale del transetto settentrionale, ancora, vi è inciso: “Sarà salvo per mezzo mio colui che a me offrirà le sue preghiere”, quindi riceverà la luce, una nuova vita nella luce. Il portale nella cultura cristiana ed in particolare nelle Sacre scritture è simbolo di salvezza. Cristo è inteso come la porta stessa della salvezza: “io sono la via, la verità e la vita” (Gv. 14,6).
La chiesa di San Michele a Pavia appare inserita in un contesto edificato che la circonda. Lo spazio antistante alla facciata occidentale è una piazza, ma si pensa che in origine non lo fosse, in quanto non è in asse lineare alle case ed è poco profonda e finge da sagrato; Si tratta di uno spazio assorbito dalla chiesa stessa in quanto non vi è nessun elemento che funge da nartece e non ci sono portici e neanche un protiro. I portali sono ritagliati nella pagina stessa senza intagliature, ma si articolano in modanature che si definiscono strombature. L’aspetto tipologico del portale comporta un profilo esterno archivoltato. Le modanature rispondono a livello di piedritto e di archivolto, ma vi è un motivo di mediazione dato dai capitelli. I tre portali hanno la stessa tipologia. Per quanto riguarda il rapporto tra esterno e interno non vi sono le stesse caratteristiche, non si riflette lo stesso andamento. Questo prospetto si presenta come piano autonomo. Ogni portale (cfr. 3 in immagine A) da accesso alle navate.
La chiesa nel suo complesso da accesso alle navate con andamento autonomo. Ci sono due portali laterali. Il portale più ricco è quello laterale di destra; quello di sinistra, invece è il più povero di significato allegorico.
Per quanto riguarda il transetto vi è un solo portale con finestre. L’edificio presenta il percorso della navata destra più nobile e più privilegiato. Il portale centrale presenta modanature che si alternano a una ghiera esterna sia sui piedritti sia sull’archivolta.
Di particolare, ci sono una successione di formelle che da un punto di vista strutturale fungono da censure che suddividono le raffigurazioni. In questo modo un concio, un blocco lapideo, poteva contenere anche due scene diverse, perché ben distinte. Vi è una composizione narrativa non coincidente a quella strutturale. La stessa situazione è presente nell’archivolto: qui si notano singole scene, anche nel sotto arco vi sono delle formelle con raffigurati animali simbolici, mostri ed elementi naturalistici. Come il portale principale dell’ingresso, anche i due portali laterali hanno la raffigurazione di san Michele. Se osserviamo l’abaco, questo ha una posizione abbastanza consueta. Se ci spostiamo verso la facciata del transetto notiamo una realtà diversa: vi sono delle strutture architettoniche laterali e la piazza è più profonda lateralmente e lo spazio non entra in relazione con la facciata in modo diretto, in quanto vi sono dei grossi contrafforti e vi sono anche delle tripartizioni della facciata per mezzo di semicolonne abbastanza particolari. Sembrano partire dal di sopra del portale e continuano più in basso costituendo il profilo. La facciata dichiara un rapporto diverso dall’interno, in quanto presenta un solo portale e non tre. La porta del fianco meridionale è caratterizzata dal fianco che si inanella ed ha una ghiera completamente dedicata ai mostri marini come: scorpione, aragosta, tartaruga, un uomo nudo a cavallo di un delfino e sirene. Si pensa ad un’iconografia di tipo cosmologico ed anche astrale, quindi ad una summa enciclopedica. I portali di accesso alla cripta hanno una struttura architravata che riporta da vicino la collocazione dell’architrave e in uno dei due si hanno tre clipei e nell’altro uno solo.
La Basilica è dedicata all’arcangelo Michele e costituisce un punto di partenza dell’architettura romanica. Si hanno una serie di bifore con una parte superiore articolata con motivo centrale. Il coronamento è con una galleria cieca che accompagna il motivo del tetto e la terminazione appare tronca, diversa dalle altre chiede romaniche di Pavia, quindi unica. La facciata ha una visione scorciata con i tre portali “ricamati” che sfondano in negativo lo spessore della facciata. Vi è un disporsi di fasce scolpite senza alcuna cornice ed è come se le sculture balzassero fuori, senza essere incorniciate e non vi è quella relazione particolare. Al di sopra dei portali le figure fuoriescono “ex-abrutto”.
La figura centrale dell’arcangelo è una scultura quasi per piani paralleli e non fuoriesce come le altre figure. La facciata si chiama “a vento”, in quanto emerge per piani come fosse un paravento. Il portale del transetto settentrionale presenta un architrave caratterizzato da busti di vescovi. Il portale del fianco settentrionale è il più ricco ed ha la raffigurazione di Cristo che consegna le chiavi del paradiso a San Pietro. I capitelli sono elementari con tratti arcaici che colpiscono, con accanto una finestra di stile architettonico marcato. L’architettura del San Michele si pone come una scultura e un’architettura fortemente plastica: articolazione dei pilastri, profondità. Una serie di modalità che segnano le finestre e danno l’impressione di una grossa scultura abitale. La griglia strutturale colpisce per la sua struttura.
L’iconografia di San Michele: si tratta di un bassorilievo. Il suo abbigliamento ricorda quello regale, quindi appare come un imperatore. Sotto i suoi piedi schiaccia un drago rimanendo in forma immobile e retta. Si ha una raffigurazione in cui prevale l’astrattezza di forma geometrica. Si tratta di una raffigurazione quasi idealizzata che richiama l’idea di un’identità immaterica, infatti l’angelo è un essere di puro spirito. Gli occhi di san Michele sono diretti verso l’esterno e guardano in faccia chi sta per varcare la porta. Denotano, quindi, una fissità iconica di tipo bizantina e presentano un incavo da riempire con il piombo che ne delinea la pupilla. Si ipotizza ci siano state delle pietre colorate inserite per imitare la pupilla. La sua posizione coincide con il baricentro del portale e questo ne delinea un forte impatto visivo. Si può dire che sia un punto di vista geometrico e intuitivo. Di notevole importanza sono le raffigurazioni di Adamo ed Eva nella fornella posta a lato del portale maggiore: San Michele è citato nell’Apocalisse e Adamo ed Eva sono due riferimenti biblici; questo comporta una chiave di lettura biblica in cui il portare indica Cristo e quindi la via della salvezza (la salvezza per coloro che entrando in chiesa attraversa quella porta). Ai piedi di San Michele vi è una trascrizione in latino che si può parafrasare con: “regni del popolo terrestre affidatevi a san Michele, questo angelo offre le vostre preghiere al Signore. Questa scultura, come sostiene lo studioso Peroni, si mostra arcaica, in quanto ripete un’immagine molto venata. Paolo Diacono nel 662 tramanda l’esistenza di una basilica chiamata San Michele. Ancora una transizione fa risalire la consacrazione della chiesa al vescovo Damiano, nell’anno 642.
Altri elementi importanti sono: Il campanile che costituisce un elemento importante ed è il primo ad essere ricostruito. Vi sono delle fasce con motivi scolpiti. Le fasce del campanile erano in laterizio. In San Michele le decorazioni appaiono senza cornice. Nella facciata occidentale, portale a sud, si notano una serie di teste, un angelo, due figure umane con code e con piedi animaleschi. Il portale di sinistra: presenta in alto, non lontano dalla chiave d’arco vi sono due pavoni slanciati in avanti e un leone, simbolo di chi custodisce l’ade. Nell’accesso alla cripta si nota la raffigurazione di sue vescovi e al centro una colomba. L’impianto è caratterizzato dalla presenza di volte in forme varianti: nelle navate laterali (campatelle) le volte a crociera sono rialzate senza costoloni; nell’abside si ha un vano di raccolto con volta a crociera e costoloni; sui due bracci del transetto vi è una volta a botte che da unità al transetto. Il transetto è caratterizzato come corpo autonomo caratterizzato da una finestra e da una nicchia absidata verso est, che finisce quasi per rendere un percorso unitario. Questa unità è contraddetta dall’incrociarsi del presbiterio. La larghezza dei contrafforti è diversa. L’abside è irregolare e vi è oscillazione delle partiture.
In questa chiesa si nota una ricerca di descrizione di tipo geometrizzante. La scelta di dare una descrizione iconica di tipo bizantino è dettata dal voler descrivere la natura dell’angelo non palpabile, in quanto di puro spirito. All’interno vi è una chiave di lettura sintetizzata nel rapporto di peccato e redenzione. Vi sono figure centrali che si instaurano in dialogo con le figure laterali. Il centro è sempre dominante.
La distribuzione iconografica si più sintetizzare così:
Esterno:
- Soggetti biblici in facciata: Adamo ed Eva, Re Davide, Sansone;
- Angeli;
- Vescovi;
- Tralcio abitato;
- Motivi profani: maestri, cavalieri;
- Repertorio mitico antico: sfingi barbute;
- Bestiario;
- Episodi narrativi non decifrati.
Interno:
- Dualismo peccato-redenzione;
- Sacrificio Caino e Abele;
- Adamo ed Eva.
Asse Nord/sud:
- Programma iconografico che fa riferimento al polo celeste e al polo terrestre.
Per uno studio approfondito si consiglia di consultare questa bibliografia:
A. Peroni, San Michele di Pavia, Pavia 1967.
A. Peroni, Struttura e valori ottici nei portali romanici di Pavia, in Festscrhift fur wilhelm Messerer zum 60. Geburtstag, Koln 1980, pp. 121-135.
A. Peroni, San Michele Maggiore, in Storia di Pavia, v. III/3, Milano 1996, pp. 83-114.