Intervista a Roberta Torre: una rosa blu tra rose bianche
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Roberta Torre donna, artista, regista, scrittrice. Un’eroina dei nostri tempi con le caratteristiche di Antigone.
Roberta Torre, scrittrice, drammaturga, regista, ma soprattutto Donna! La conosciamo per i suoi film, libri, spettacoli in cui traspare come marchio una personalità forte, sensibile e creativa. Un’eroina del mondo dello spettacolo in cui tutte le forme dell’arte vanno a confluire. Con il suo nuovo libro “Il colore è una variabile dell’infinito” in cui racconta la vita del nonno, Roberta ci mostra un suo aspetto simile a quello di una moderna Antigone. Amante della famiglia, dei ricordi e delle tradizioni. Racchiude nella sua memoria la storia della sua famiglia, come dentro uno scrigno, per dare una giusta sepoltura ad un passato che ha contribuito a formare la storia dell’Italia e del progresso tecnologico: dalla lambretta alla rosa blu. In lei trova la giusta esaltazione il ruolo femminile, con tutta la sua dignità e maternità, perché ogni sua idea viene alla luce come dono per gli spettatori e lettori. Libera di essere se stessa appare come una rosa blu in mezzo a tante rose bianche, che ancora oggi si ritrovano vittime, vincolate a delle catene mentali, affettive o dettate da tradizioni.
Carissima Roberta, ti ringrazio per aver accettato la mia intervista. Come ti vedi nei panni di Antigone?
«Sai non ci avevo mai pensato ma ora che me lo dici capisco che è una dimensione che mi appartiene intimamente. Ho lavorato per anni al Colore è una variabile dell’Infinito, ( inizialmente era Rose e Matematica ) più che altro ho lavorato al desiderio di raccontare la storia di questo mio grande avo Pierluigi Torre, un genio del novecento che molti ancora non conoscono. Mi sembrava incredibile che il suo genio restasse nascosto, in qualche modo mi sembrava profondamente ingiusto. Ho sentito fortemente la responsabilità di farne conoscere l’opera, l’anima, in un momento storico così povero per la nostra Italia. Ovviamente c’era tutta la storia mia personale e la storia della mia famiglia che andava intersecandosi con questo viaggio. E’ stato un lungo percorso, inizialmente avevo pensato al film ma è stato complicatissimo trovare complici su questo progetto, in molti si sono tirati indietro, non capivano la portata della vicenda. Devo dire che il primo a comprenderne le potenzialità è stato proprio Franco Laera e quando mi ha proposto di farne un progetto teatrale al CRT ho detto subito sì. Parallelamente ho scritto il romanzo, ( Il colore è una variabile dell’Infinito- Baldini & Castoldi ) e quindi finalmente si arriverà al film, i diritti sono stati acquistati da un produttore spinto da un attore lungimirante che si è innamorato follemente del personaggio e della storia di Pierluigi ( Non posso ancora rivelare il nome , ma si saprà presto ). Del resto quale attore non vorrebbe interpretare un personaggio simile? Certo ci vuole intuizione e vedere per primo quello che altri non vedono….»
Ti paragono ad uno scrigno di ricordi e ad una madre che partorisce le sue idee. Tu da poco hai dato luce ad un tuo teatro, qual è il messaggio che gli affidi?
«Il Teatro della Torre è nato per produrre i miei progetti teatrali, il primo spettacolo prodotto è stato l’Insanamente RiccardoTerzo che ha ancora girato poco in Italia, ma ha avuto teatri pieni dove è stato presentato. E’ una rilettura del RiccardoTerzo scespiriano portato in scena da una compagnia mista di attori professionisti e pazienti psichiatrici, abbiamo debuttato al Piccolo Teatro Studio l’anno scorso. A me interessa esplorare il confine tra pubblico e attori nel teatro , credo che oggi stia in quella sottile crepa dell’abbattimento della quarta parete la possibilità di un linguaggio teatrale contemporaneo, un teatro che irrompe dalla scena per inglobare quello che c’è fuori, al limite della performance, sempre diversa e imprevedibile, che coinvolga anche mondi altri, non solo attori cosiddetti professionisti. In questo senso apprezzo molto il lavoro di un artista italiano come Armando Punzo e dall’altra parte la ricerca di Marina Abramovic, sono suggestioni che sento vicine alla mia idea di teatro per il pubblico e con il pubblico».
Questo mio sito-magazine si chiama “lecanoedelweb” traendo ispirazione da una frase di Eugenio Barba: « Le canoe lottano leggere contro la corrente, attraversano il fiume, possono approdare all’altra sponda, ma non si può mai essere sicuri di come il loro carico verrà accolto ed utilizzato. (…) Le canoe navigano le correnti dei malintesi. Vorrebbero essere pagine stabili di libri e sono invece lettere che non sappiamo se e quando giungeranno a destinazione, né come verranno intese, se verranno lette e da chi ». Ti offro la possibilità di lasciare un tuo messaggio ai lettori di questo sito: quale carico imbarchi in questa canoa?
«Lasciate aperta la porta del caos. Il mio messaggio è quello di non temere il caos ma di attraversarlo creativamente, lasciando aperte le porte».
Per approfondimenti, altri miei articoli:
Roberta Torre, Il colore è una variabile dell’infinito, in «SocialNews», 22/05/2014 tot. pg. 2 http://www.socialnews.it/cultura/roberta-torre-il-colore-e-una-variabile-dellinfinito/
Il colore è una variabile dell’infinito in scena al CRT di Milano, in «SoloSapere», 25/05/2014, tot. pg. 1 http://www.solosapere.it/teatro/3848-il-colore-e-una-variabile-dell-infinito-crt