La mia testemonianza al Covid-19
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Ho visto del Covid le mura di casa: ed era febbraio!
Ho sentito dire del covid “non ne posso più”
E chiedersi “quanto durerà?”
Ho visto piazze svuotate e case blindate e negozi chiusi.
Ho visto supermercati presi all’assalto e reparti interi svuotati ai primi allarmi.
Del lievito diventato introvabile e di mascherine fatte in casa.
Ho letto alle porte delle farmacia che l’amuchina era esaurita e non c’erano mascherine!
E alle porte dei negozi “chiuso per salvaguardare la salute di tutti”.
Ho appreso che quando tutti erano in quarantena i carcerati volevano uscir
Ho saputo della morte di familiari che non hanno avuto i funerali;
Di persone vedere i propri cari caricati su un’ambulanza e per mesi non averne notizie:
in balia di una straziante attesa.
Di ospedali con solo reparti Covid.
E di medici e infermieri diventato eroi più dei calciatori.
Ho sentito mogli lamentarsi dei propri mariti
E sposine nervose per il matrimonio andato in fumo
E vecchiette senza messa: pure la chiesa era chiusa!
E chi si lamenta anche dei parrucchieri chiusi.
E gente chiusa in casa a mangiare e altre ad allenarsi, altre a creare, a cantare, altre a leggere e altre ancora lavorare.
In TV intrattenimento e notizie, ma mai reparti di ospedali!
E di cani che portano a spasso i propri padroni.
Ho saputo di madri costrette finalmente a fare da madri, perché da casa non si poteva uscire!
Ho appreso di coniugi costretti ad amare il proprio partner e non l’amante.
E fidanzati che potevano vedersi solo in chat.
Ho visto la scuola diventare online
Ho vissuto la DAD, ovvero didattica a distanza, senza mai aver avuto delle prove, ma tutto improvvisato con la tecnologia del momento:
Siamo tutti diventati servi di pc, tablet e cellulari, che se non ci fossero stati non ci sarebbero stati contatti, ma tutto si sarebbe arrestato!
Nessuno era pronto, eppure libri di veggenti lo avevano anticipato e film sul futuro lo avevano rappresentato.
Si chiama Covid-19 e non ha nessun nome il suo vaccino.
Ma la gente è tornata nelle piazze, nei locali, nei parchi! Eppure, lui non ha ancora preso in mano le sue valigie e ci guarda in cagnesco, perché tutto dipende da come rispetteremo le distanze giorno per giorno… e siamo arrivati a giugno e ancora portiamo la corona!