L’arte del saper vivere sorridendo di Riccardo Zoso
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Intervista a Riccardo Zoso.
Quest’intervista nasce dalla curiosità destatami da un post pubblicato, su Facebook, dal noto Gian Paolo Serino, direttore editoriale di Satisfiction e critico letterario presso “Il Giornale”, in cui si decantava e ringraziava un tal Riccardo Zoso attraverso le testuali parole:
«Spero che questo post sia letto da molti. Voglio ringraziare Riccardo Zoso, un amico che malgrado sia “costretto” su una carrozzina ogni giorno sulla propria bacheca e non solo regala vita. Regala, attraverso un’ironia e un’autoironia davvero rare, la voglia di vivere, la voglia di superare quelle mille difficoltà che ogni giorno affrontiamo come insormontabili ma che alla fine sono niente. Grazie Riccardo, per il Bene che hai fatto a me e credo a tanti altri attraverso la tua cultura e passione per la musica che valgono mille festival di Sanremo. Gian Paolo». 18 Febbraio, ore 11:33.
1) A chi ti chiede chi sei, come ti racconti?
«Dico loro: “Sono ciò che vedi… il resto lo scoprirai se avrai voglia di fare un pezzo di strada assieme, lunga o corta che sia!”»
2) C’è qualcosa che ti dici ogni giorno per affrontare al meglio la vita?
«Sì, mi ripeto spesso di essere una delle persone più fortunate del pianeta: forse a volte nel ripeterlo divento, pure ossessivo nei confronti delle persone che mi circondano! Ahahahahahah!!!»
3) Silvano Fausti, biblista gesuita, sosteneva che: “la felicità chi la cerca non la trova; è un bene offerto a chi cerca ciò che ama e ama ciò che trova”. Che risonanza ha questa frase per te? In cosa consiste per te la felicità?
«Non cerco la felicità diventando pazzo per raggiungerla. Altrimenti, forse, giungerei ad una finta felicità, una felicità autoimposta, non reale che alla lunga mi causerebbe l’eterna infelicità. Faccio ciò che mi piace e sto con le persone che amo, questo mi rende felice. Quando qualcosa o qualcuno non mi rende più felice e mi crea pensieri, non gliene faccio una colpa, cambio strada serenamente e senza dire nulla»
4) Ci sono frasi o motti o canzoni da cui trai la forza per sorridere a te stesso e agli altri?
«Non c’è una canzone, c’è la musica … quella mi fa vivere! E’ la mia passione, mi fa respirare e pulsare il cuore, vivere. Io non ho idoli, né persone, né cose. Le mie persone, si, forse loro sono i miei veri ed unici idoli!»
5) Cosa apprezzi negli altri?
«La sincerità, non puoi esistere nella mia vita se transigi a questa regola»
6) Alle ragazze adolescenti che non si piacciono cosa vorresti dire?
«Nemmeno io mi piacevo a quindici anni con quell’acne schifosa … ahahahahha! Poi passa!»
7) A chi soffre, perché ama qualcuno che non lo ricambia, cosa consigli?
«Beh, devo ammettere che sono un maestro in codesta “materia”… ahahahaha … sarà fortuna! Citerei semplicemente una frase di Jim Morrison: “Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire”»
8) A chi soffre per motivi di salute?
«Argomento tosto … si rischia di sembrare ipocriti! Gli auguro di superare presto le difficoltà che sta incontrando, cercando, se possibile di trasformare gli ostacoli in trampolini di lancio quanto prima»
9) E, infine, ti chiedo se hai le parole adatte per chi sta vivendo l’esperienza del lutto?
«E’ un’esperienza che ho avuto la fortuna di affrontare poche volte nella mia vita. Credo non ci siano parole adatte, solo stare vicino alle persone, con i nostri silenzi … che a volte parlano molto più delle parole!»