Lipera vorrebbe far nascere il partito degli avvocati?
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
La clamorosa esortazione che traspare dal messaggio augurale di fine anno dell’avvocato Giuseppe Lipera ai colleghi: per quanto vero che “i leoni non procedono in mandria e le aquile non volano a stormi”, come disse il grande Alfredo De Marsico, l’avvocatura unita potrebbe essere un’energia nuova per fare risorgere l’Italia!
Com’è consueto, ogni 31 dicembre, che pone fine ad un ciclo di dodici mesi e quindi ad un anno, desta in ognuno di noi riflessioni, sul proprio vissuto: sia in ambito familiare sia in ambito lavorativo. Così è accaduto ad un avvocato del Foro di Catania, all’avvocato Giuseppe Lipera, che ha voluto condividere apertamente la Sua riflessione sulla sfera professionale: l’avvocatura italiana, definita da Lui come “energia sprecata!”. Non solo parole le Sue, dette e scritte, ma ancor più accompagnate dalla realizzazione di un video disponibile su You Tube, in cui entra in campo tutto il pathos di un uomo capace di indossare con coraggio e dignità la toga conservando, al di sotto di essa, un cuore palpitante. Un video che sta diventando virale; già in meno di ventiquattro ore aveva 2000 visualizzazioni. Cos’avrà mai detto di così interessante, da essere stato visualizzato e condiviso con tutto questo fervore?
Ecco il testo:
«AVVOCATURA ITALIANA: UN’ENERGIA SPRECATA!
Se fossero un tantino uniti e più solidali (ma è una utopia, purtroppo), gli Avvocati del libero Foro sarebbero la più grande energia vitale del paese; essi farebbero solo gli interessi del popolo – così come del resto ogni giorno fanno per i propri assistiti – e ne beneficerebbero le istituzioni di ogni ordine, l’economia, la politica, il commercio, la cultura e tutta la società in genere, specialmente i più deboli. Purtroppo come rifletté Alfredo DE MARSICO “Sulla terra i leoni non procedono in mandria e le aquile non volano a stormi” (nella prefazione a “Napoli e i suoi avvocati” a cura di Mario Pisani Massamormile, pag. XVI, Napoli novembre 1975). Sono in realtà fra di loro avversari, a volte addirittura nemici, invidiosi l’un l’altro, sempre concorrenti, ed è così che il destino amaro dell’Avvocatura diventa un’altra cosa: una potente energia sprecata!»
Catania 31 dicembre 2015
Avv. Giuseppe Lipera
In effetti, la crisi dei nostri giorni si insinua, come serpe, in ogni sfera della nostra vita. Come potrebbe salvarsi l’avvocatura? Eppure, Lipera punta sull’unione e sulla solidarietà degli avvocati e questo rimane il suo augurio per il futuro, anche se sembra più ‘un’utopia’. Lo stesso avvocato Lipera, lo scorso anno, ha condotto una trasmissione sulla Giustizia, “Piazza Verga”, Salotto della Giustizia, in cui ha invitato diversi avvocati e magistrati, per intessere un dialogo su quali possono essere le possibilità di rinascita giudiziaria in Italia. Tali puntate, andate in onda su Sestarete, sono sempre disponibili su You Tube. Tra gli ospiti spiccano, per gli interventi:
- Il giudice Sebastiano Neri, nella puntata dedicata al tema dell’emergenza giudiziaria, ha espresso il suo parere proponendo di sostituire un’organizzazione giudiziaria, ormai obsoleta e di rinnovarla con un sistema di tribunali più accessibili ai cittadini del posto: che sia un piccolo centro o una città metropolitana, ma tutto in base al numero di utenza che non deve mai eccedere, per poter garantire un servizio ottimale.
- Il giudice Marisa Acagnino ha affrontato il tema della “solitudine” vissuta da ogni avvocato e quanto, invece, sia importante il confronto e il dialogo su tematiche che quotidianamente vanno mutando nel mutare del tempo e dello spazio. Ogni realtà è specchio del proprio scenario che si aggira per le piazze, quindi appare evidente come le situazioni debbano essere discusse alla luce della società in cui si vive;
- L’avvocato Enrico Trantino ha esposto come sia utile che i membri di una stessa professione siano in continuo e stretto rapporto, pur nei momenti di pausa dal lavoro, per avvicinarsi ad un confronto più umano e non solo professionale. Quindi, quell’essere “uniti e solidali” a cui tanto aspira l’avvocato Giuseppe Lipera nel suo intervento qui sopra citato;
- L’avvocato Pierfrancesco Buttafuoco, ospite di una puntata dedicata alla giustizia vista come cantiere aperto, ha esternato una sua visione di giustizia simile ad un palazzo che non richiede solo l’architettura, ma un’anima composta da valori;
- L’ex magistrato Vincenzo Vitale, oggi avvocato, ha puntato i riflettori alla gravità a cui sta andando incontro tutta la sfera della giustizia italiana ed ha, infatti, parlato di “cancro” da curare e combattere con un intervento di vera riforma, in particolare nel campo della magistratura e di tutto il loro iter per accedervi.
- Infine, l’avvocato Giuseppe Foti che ha svolto la professione di magistrato per quasi quarant’anni, per rivestire i panni di pubblico ministero e giudicante nelle preture ed anche in corte d’appello. Vista la sua ampia esperienza, definibile a 360º nel mondo della giustizia italiana, ha potuto contribuire al ventaglio delle riflessioni, con perle di saggezza. Il suo intervento ha toccato tasti profondamente umani, in quanto ha descritto l’azione del giudicare quasi come una lama a doppio taglio: chi giudica infatti non ha la certezza di agire bene, ma ne ha la responsabilità. Decidere una pena può essere anche un’esperienza lacerante, è bene quindi valutare con umanità prima di giungere all’esito di un processo che può cadere su una vita come una vera e propria spada di Damocle.
Quanto scaturisce da questi interventi non può che essere il frutto d’anni d’esperienza e di un senso d’umanità intenso, da cui è impossibile distaccarsi per costruire un futuro migliore. Il culmine di un fervore che sprona a cambiare qualcosa si ha nel video realizzato da Lipera, in quanto l’immagine rende il suo messaggio ancora più intimo e mirato. Il colloquiare familiare instaura subito un approccio affettuoso e umano. L’ambientazione nel suo studio di Catania sembra rievocare la scena del teatro del Novecento, con l’avvento della quarta parete, quando le scene si aprivano nei salotti di casa, ritenuti i luoghi riservati all’accoglienza. Lo spettatore si trova, quindi, istintivamente catturato dalla scena e avverte un ‘tu per tu’ diretto, quasi fosse un grido d’amore per una professione agonizzante. Si tratta, ancor di più, di un dialogare che esprime una dottrina capace di rievocare il tipico clima di rinascita, già vissuto nel corso della storia in vari campi, in particolare in letteratura e pittura. Possiamo citare, ad esempio, gli Impressionisti e i Futuristi. Già loro avevano capito quanto fosse importante lavorare in stretto rapporto d’amicizia e, infatti, s’incontravano nei Caffè, per affrontare insieme i problemi, per scambiarsi informazioni e punti di vista. Solo in questo modo si è dato origine ad un cambiamento, in cui hanno posto le radici la creatività e l’innovazione. Su questo stesso binario viaggia la riflessione dell’avvocato Lipera: solo l’unione e la collaborazione più portare nuovi costruttori, nel cantiere giudiziario; uomini capaci di ricostruire un mondo, in cui la legge possa essere uguale per tutti e in cui non si debbano verificare infinite attesa o scandali. Ma, ancora di più in un cantiere tutti collaborano nel loro piccolo alla costruzione di un unico edificio: dal muratore, al garzone che trasporta i mattoni e le travi all’ingegnere, all’architetto, tutti hanno un unico scopo che li accomuna. Quello che può scaturire dall’unione e dalla solidarietà degli avvocati è prima di tutto segno tangibile del recupero di fiducia generale nella giustizia italiana. Un’altra immagine che può scaturire in chi assimila il messaggio dell’avvocato Lipera è quella dell’iconografia del mese di gennaio: due figure umane, sono poste uno di schiena all’altro (o a volte un uomo solo con due teste), in modo che uno possa guardare il passato e l’altro il futuro. Questo sta a simboleggiare come solo guardando il passato si può costruire il futuro: solo riflettendo sugli errori esistenti si può lavorare in una direzione corretta e proficua.