L’Italia dei diritti negati!
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Una docente precaria con due incarichi di otto ore l’uno, in due scuole diverse, si ritrova a poter usufruire di un solo giorno dei tre stabiliti dalla legge 104.
Un padre gravemente malato, in fin di vita, bisognoso di visite improvvise, con invalidità al 100% e due datori di lavoro che la pensano diversamente riguardo i permessi stabiliti dalla legge 104.
Si tratta di una docente precaria di Pavia, che ha stipulato due contratti con due scuole, di otto ore in entrambe, per un totale di sedici ore complessive sulle diciotto previste.
Secondo la normativa le scuole non applicano la legge 104 ad ore, ma a giornate: eppure una delle due scuole sostiene che la docente abbia diritto ad un solo giorno di permesso, per accudire il padre o accompagnarlo a visite mediche, perché in quella scuola svolge solo otto ore di servizio su diciotto Di conseguenza sono stati negati i permessi su invito a chiedere, alternativamente, permessi non retribuiti, ma senza esagerare, perché l’assenza di un docente comporta la sospensione di un servizio offerto agli alunni.
L’insegnante lamenta un diritto negato! Perché, pur lavorando sedici ore complessivamente si ritrova ad essere trattata come chi lavora solo otto ore complessivamente! Questo comporta l’usufruire di un solo giorno al mese sui tre previsti.
C’è da dire, anche che l’orario delle lezioni è disposto in modo tale che dal lunedì al giovedì ci siano ore in entrambe le scuole e solo in venerdì in una delle due. Già questo comporta un’anomalia, perché se su otto ore di lavoro si ha diritto ad un solo giorno, allora i giorni dovrebbero essere due, una in una scuola e una in un’altra, ma vi è l’impossibilità di scindere le giornate lavorative in entrambe le scuole per ben quattro giorni della settimana ad esclusione del venerdì, che è già un giorno in cui difficilmente si possono prenotare visite e la grave patologia dell’invalido prevede aggravamenti improvvisi.
La questione per adesso, è stata esposta al sindacato Cisl di Pavia, i cui responsabili si sono presi carico di chiarire la questione nella difesa dei diritti del docente.
A livello informativo si allega una cartella con documentazione inerente i permessi per chi accudisce parenti affetti da gravi patologie. documentiallegati20151104_18511050_0063