Perché visitare un museo?
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Un percorso dentro uno scrigno di risorse.
«Il museo è uno dei luoghi che danno
l’idea più elevata dell’uomo».
André Malraux, “La psicologia dell’arte”, 1947/1949.
Perché visitare un Museo? Spesso la proposta di una visita ad una mostra d’arte suscita imbarazzo, polemiche e addirittura rifiuto. Il problema principale è l’informazione, sapere cos’è nel concreto, quali sono le sue funzioni, gli obiettivi, i suoi percorsi, la sua storia e la sua vocazione. All’interno di un Museo vi sono discipline come: museografia, museologia, museotecnica. Queste convergono tra di loro per dar vita a quello che comunemente chiamiamo “Museo”, cioè, un luogo in cui secondo una tecnica ben precisa vengono conservati per essere sposti beni di prestigio sia storico che artistico per una funzione socio-educativa. Il Museo viene definito all’articolo 2 dello Statuto dell’International Council of Museums: « un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce. le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, di educazione e di diletto». Il Museo ha una missione ed è quella di conservare per informare. Ogni percorso di mostra deve essere rivolto ad un pubblico, tenendo presente l’evoluzione della società, i livelli culturali e gli interessi. Il percorso deve offrire una sosta piacevole con spazi areati e non troppo densi di immagini. Ormai sono superati i percorsi in labirinti in cui era facile soffrire di claustrofobia. Già da qualche anno nei Musei troviamo sale ben suddivise, con numerose uscite di sicurezza, spesso vi sono musiche di sottofondo e divani che permettono una sosta di relax per poter ammirare e perdersi nel messaggio dell’opera osservata. Semplicità e chiarezza sono i punti forti dei percorsi museali. Già nel Seicento grazie a Federico Borromeo era stato esaltato il valore del Museo come Istituto per la conservazione delle memorie, istituendo un nesso tra museo e identità collettiva, ha quindi un ruolo fondamentale nel campo della ricerca. Per essere funzionale ha bisogno di non frenare le attività di revisione e controllo. Le temperatura devono essere controllate e garantite, la salute delle opere deve essere salvaguardata da possibili parassiti, anche le luci e le vetrine hanno bisogno di manutenzione e cura, una luce troppo diretta potrebbe nuocere alla conservazione, cosi come anche una scarsa illuminazione potrebbe risultare fastidiosa per chi esegue la visita. La crisi che sta caratterizzando i nostri anni, così come sta orientando alla morte della cultura con la chiusura dei teatri, ci sta anche portando ad una perdita della memoria storica, perché i tagli colpiscono anche i musei e le famiglie alle strette non possono permettersi il lusso di frequentare i musei. Attraversando un percorso museale oltre ad arricchire il proprio bagaglio culturale si possono trovare stimoli positivi per la propria vita, si possono trovare stati d’animo simili ai nostri. Ad esempio, il quadro di Marc Chagall, “Uomo con testa rovesciata”, del 1919, olio su cartone, cm 57×47, collezione privata, esposto a Torino, presso la Galleria d’arte Moderna GAM, dal 24 marzo al 4 luglio 2004, in questa occasione, era affiancato da una didascalia in cui veniva citata una poesia di Chagall stesso, scritta tra il 1945 e il 1950: «… Ci fu un tempo in cui due volti avevo, ci fu un tempo in cui questi volti si coprivano di rugiada amorosa e si profumavano nel profumo di una rosa. Adesso mi sembra che, anche se indietreggio, io vado avanti verso un grande cancello dietro al quale si estendono muri, dove dormono estinti tuoni e lampi spezzati…». Sia l’immagine dell’uomo con la testa rovesciata, sia la descrizione poetica, riportano il visitatore della mostra a riflettere su una situazione che implica la caparbietà nel proseguire verso i propri obiettivi, malgrado i contrasti e le situazioni avverse. Nei nostri giorni in cui si parla di crisi in vari campi della nostra vita, trovo quest’immagine attuale, anche se stiamo indietreggiando abbiamo la forza di andare avanti lo stesso, lasciandoci alle spalle lampi e tuoni che con la nostra forza in un certo senso sono estinti e spezzati. Questo messaggio di Chagall credo sia un ottimo stimolo per invogliare le visite ai musei, luogo in cui basta osservare per ascoltare e ritrovare stimoli utili al nostro futuro, un po’ come Foscolo diceva ne “I Sepolcri” delle tombe degli uomini illustri “spingono ad egregie azioni”, poesia scritta per tutelare i cimiteri cittadini contro l’Editto napoleonico di Sanit-Cloud del 1804. Anche l’arte, se osservata con attenzione spinge ad “egregie azioni”.
da Tiziana Mazzaglia, Perché visitare un museo? Un percorso dentro uno scrigno di risorse, in «L’informatore delle autonomie locali». 16/10/2012, http://linformatore.info/?p=313