Ricordare Pasolini
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Dopo quarant’anni dalla morte ( 2/11/1975) si celebra il ricordo per non dimenticare forti messaggi di ricerca e denuncia.
Il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini ha firmato il decreto per la costruzione della commissione tecnico-scientifica, al fine di promuovere iniziative culturali in occasione del quarantennale dalla morte di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922- Roma, 2 novembre 1975), poeta, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo ed editorialista italiano. “L’Italia ha il dovere di ricordare Pasolini e di trasmettere alle nuove generazioni l’attualità del suo messaggio di ricerca e denuncia”, ha detto Franceschini. La commissione in questione ha come presidente Dacia Maraini, scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice italiana. I collaboratori sono, Carla Benedetti, Antonio Calbi, Graziella Chiarcossi, Roberto Chiesi, Mario De Simoni, Gianluca Farinelli, Angela Felice, Fabrizio Gifuni, Gloria Manghetti, Marta Ragozzino, Gianni Torrenti, Ninetto Davoli, Lidia Ravera, Emanuele Trevi, Walter Veltroni. Ma, ricordare adesso Pasolini non significa che in questi quarant’anni sia stato dimenticato, anzi il suo ricordo, i suoi forti messaggi e testimonianze lo hanno reso un personaggio noto e al centro di tante discussioni. Ricordato e rappresentato, anche teatralmente, infatti, il regista Pippo Delbono insieme al Teatro Nuovo di Napoli aveva realizzato uno spettacolo dal titolo “La rabbia”, dedicato a Pier Paolo Pasolini, testo e regia di Pippo Delbono, rappresentato anche a Milano, dal 21 gennaio al 2 febbraio del 1997, al teatro CRT, Centro di Ricerca per il Teatro, fondato e allora diretto dal Professor Sisto Dalla Palma, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presso l’Università degli Studi di Pavia fino alla sua morte, avvenuta pochi anni fa. Uno spettacolo che come ben evidenzia il nome, esprime “rabbia” una rabbia dettata dall’esigenza di parlare e non tacere, un desiderio di cambiare e di risolvere problemi e soprattutto una rabbia che manifesta voglia di vivere. Il tutto espresso attraverso un canto dai toni forti e passionali, lettura di testi poetici di Pasolini stesso e una danza dalla forza dirompente, appunto come il sentimento della rabbia. Un insieme di elementi manifestati come un gioco di fuochi d’artificio, dall’effetto stupefacente come quello che ha avuto la vita stessa di Pasolini.
Dalla locandina di “La Rabbia”, Pippo Delbono 1997: « La rabbia, omaggio poetico e viscerale a Pierpaolo Pasolini, rappresenta l’ultima tappa del lavoro di ricerca che Pippo Delbono e Peppe Robledo concludono insieme dall’inizio degli anni ottanta: una ricerca che ha portato il duo ad un’identità particolare nel panorama teatrale italiano, attraverso un percorso che, dai margini, coniuga teatro e danza, drammaturgia e improvvisazione, realtà vissuta e poesia. La rabbia porta all’estremo l’idea dell’attore che non recita, non interpreta ma si avvicina alla vita, accostandosi così al mondo pasoliano; “ma non è uno spettacolo su Pasolini” dice Delbono, “sono immagini che possono richiamare momenti della sua opera, della sua vita, e soprattutto della nostra”. Lo spazio scenico, nudo e semplice, si crea durante la rappresentazione in un gioco in cui gli attori entrano ed escono con la leggerezza degli angeli. Tutto avviene in scena: Pepe Robledo dirige a vista luci e fonica, intervallando il ruolo di tecnico con la recitazione. Il risultato è un evento di estrema intensità e poesia, un’essenzialità di forme e contenuti che rappresenta un punto d’arrivo del lavoro svolto in questi anni».
Per informazioni: si ricorda che presso il CRT di Milano, ora Fondazione è possibile consultare l’archivio storico. Sito: www.fondazionecrt.it