“Scacco al Re” di Selvaggia Serra
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Intervista all’artista Selvaggia Serra sul suo ultimo lavoro intitolato “Scacco al Re”. Un’opera che racchiude tutta la forza femminile di una donna che non ha bisogno di un Re.
1. Quale messaggio affidi alla tua opera “Scacco al Re”?
«Lo scacco matto rappresenta un uomo che di fatto non c’è nella vita odierna della donna: per la maggior parte dei casi, la donna deve affrontare nel quotidiano, lavoro, casa, figli … mi riferisco a quelle donne che non hanno trovato il proprio re, che collabora nella quotidianità … anzi difronte a grossi problemi l’uomo si disintegra da sé!»
2. Chi è la donna rappresentata? Da dove viene? Dove va?
«E’ la donna di oggi, padrona della propria vita e responsabile delle sue scelte, che lotta per una propria autonomia senza alcun compromesso.»
3. Perché la donna è vista di spalle?
«Perché di fronte a sé ha una strada da percorrere, non ha nemmeno un punto preciso, l’orizzonte è di fronte a lei, non sa nemmeno cosa troverà, ma sa che quella è la sua strada. L’ho ritratta di spalle e quindi non si vede il suo volto, perché non ha importanza il volto: quella donna rappresenta tutte le donne! ecco perché non ha un volto preciso, ma uno scopo, forse, che accomuna molte donne, ed è lì per rappresentarle.»
4. Quale tecnica hai adoperato per realizzarla?
«La tecnica che ho adoperato per realizzare quest’opera è pittorica, anche se, io parto da un mio progetto grafico. Si tratta di un punto di partenza che ha come fine quello di fermare un’idea che può anche avere delle varianti attraverso la pittura ma in questo caso, l’opera finale è rimasta abbastanza fedele al progetto iniziale.»
5. Attraverso la prospettiva si ha un rimando allegorico ad un concetto?
«Certo, la prospettiva indica un percorso particolare: se osserviamo il quadro, davanti alla donna c’è un punto di fuga che segna la sua strada e lei è determinata e al tempo stesso consapevole di volerla percorrere, anche da sola.»
6. Come ti sei mossa nella composizione della scenografia, quali ideologie hanno guidato le tue scelte degli elementi da ritrarre?
«La creazione credo sia anche un fattore inconscio, come una poesia scritta di getto: in parte avviene nella mente come un parto creativo e ci sono appunto i fattori inconsci. La composizione è stata realizzata secondo uno schema ben preciso e voluto, perché racchiude in sé il messaggio dell’opera: i pezzi degli scacchi sono posizionati in modo tale da porre la donna al centro come punto focale e lei rappresenta la regina.»
7. Pensi che questo quadro possa essere terapeutico per molte donne incapaci di reagire alle loro difficoltà? Possono, cioè immedesimarsi nella donna raffigurata e considerarla un loro ideale di vita traendone quella forza indispensabile a saltare dallo “stagno” in cui si ritrovano per poter dare il loro “Scacco matto”?
«Innanzi tutto, non sono una psicoterapeuta, ma credo che quanto esprime la mia opera accomuni molte donne. Questo quadro rappresenta la forza al femminile, che ogni donna ha dentro di sé: non dimentichiamoci che la donna è l’essere che partorisce e già questo lascia capire la forza della natura che è in noi. Se si trova quella forza, il salto dallo “stagno” si può fare avendo il coraggio di camminare, anche da sole.»
8. Hai citato la sfera del mondo lavorativo e il rapporto tra uomo e donna vissuto con antagonismo maschile nei confronti della donna, che vuole affermarsi professionalmente. Nel tuo ambiente lavorativo, quindi artistico, come si vive il rapporto tra uomo e donna?
«La donna, nel mondo dell’arte, da sempre non è stata solo fonte di ispirazione artistica, ma ha giocato un ruolo molto importante, solo che ha dovuto nuotare sempre contro corrente, perché molto ostacolata, tanto che nel mondo dell’arte classica nessuna donna viene citata sui libri di Storia dell’Arte e questa signore/i è cultura che non viene data sui banchi di scuola. Riescono ad emergere solo poche donne del panorama femminile, come: Elisabetta Siriani, abbiamo figlie di artisti famosissimi altrettanto brave, Artemisia Gentileschi che è una figura emblematica, direi, emersa per un episodio drammatico della sua vita. Questa donna dovette lottare duramente per emergere nell’ambito dell’arte. Poi, Frida Kalò e Tamara De Lempika: due figure rivalutate solo di recente. Oggi, la situazione nel mondo dell’arte è buia, per tutti gli artisti emergenti donne o uomini che siano, quindi non trovo rivalità tra uomo e donna nella maggior parte dei casi. Se dovessimo trovare ostacoli, non credo siano tra colleghi. Purtroppo, viviamo in un disordine politico a livello globale, l’umanità sta vivendo una grossa crisi e non solo economica. Tutti noi stiamo lavorando con impegno costante, nonostante le avversità economiche del nostra Nazione. Contrariamente a quello che qualcuno pensa, il pubblico ci osserva è un pubblico più colto e più preparato di allora, nel momento in cui si spera che la crisi passi, lui saprà scegliere uomini o donne che siano. Oggi, abbiamo un potente mezzo di comunicazione che è internet, nessuna donna rischierà di rimanere nell’ombra: basta essere un po’, anche manager di se stesse/i, sapersi muovere con questi strumenti tecnologici, capire bene chi si ha di fronte e sperare, perché no, che capiti anche la persona giusta al momento giusto.»
Si consiglia la lettura del mio precedente articolo scritto su Selvaggia Serra, in cui vi sono anche informazioni riguardo la formazione. Cliccare qui.