Soffici e Sironi in mostra
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Poggio a Caiano, esposizione documentaria fino al 19 luglio 2015, presso il Museo Ardengo Soffici.
Il Museo Ardengo Soffici di Poggio a Caiano, fino al 19 luglio 2015, offre la possibilità di arricchire la propria cultura attraverso un’esposizione di documenti su due dei principali artisti dell’arte contemporanea: “Ardengo Soffici e Mario Sironi. Silenzio e inquietudine”. Un percorso espositivo curato da Luigi Cavallo, che racchiude, in circa venti soggetti per autori, tratti significative di due figure significative: Sironi Mario (Sassari 1885 – Milano 1961) proviene da una formazione di studi umanistici, seppur aveva intrapreso la facoltà d’ingegneria la lascia dopo poco per studiare presso l’Accademia di Belle Arti a Roma. Significative sono le sue amicizie con Balla, Severini e Boccioni, così come i viaggi a Parigi e in Germania. Della sua personalità è stato detto che fosse introverso e forse colpito da una crisi depressiva. La sua arte, però, è densa di passione ed esprime messaggi capaci di far trasparire i sentimenti dei suoi personaggi. Forse, era troppo assorto nel suo lavoro e chi gli stava intorno lo avrebbe voluto più colloquiale. Soffici Ardengo ( Rignano sull’Arno 1879 – Forte dei Marmi 1964) la sua formazione è più artistica che letteraria, ma come autodidatta è sfociato in una carriera di scrittore. Significative sono state le sue amicizie con un gruppo di artisti che frequentavano l’Accademia delle Arti ed erano allievi di Giovanni Fattori e Telemaco Signorini. Si era, in un primo momento, scontrato con i Futuristi scrivendo un articolo su «La Voce» in cui non approvava la loro arte. Anni dopo, riallaccia i rapporti e nel 1913 insieme a Papini fonda la rivista «Lacerba» che diviene l’organo ufficiale dei Futuristi. Tra le sue amicizie vi è stato anche Dino Campana che gli aveva affidato la pubblicazione di una raccolta di opere, mai presa in considerazione da Soffici, anzi dimenticata in una soffitta e persa.