Un’esplosione di Picassi colora Parigi
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Parigi festeggia il trentesimo compleanno del museo dedicato a Picasso e lo fa attraverso una serie di mostre, conferenze, concerti, dibattiti e eventi vari. Più di seicento opere saranno esposte in sedi diverse, come: il Muse’e Picasso, nel cuore del Marais; Ville Lumie’re; il Grand Palais, al Palais des Papes di Avignone; il Louvre; quattro esposizioni ‘fuori dalle mura’ del Muse’e Picasso, di cui, due a Parigi, al Grand Palais e al Louvre, una a Tolosa e una al MoMa di New York. Riflettori accesi, dunque su Pablo Picasso (Spagna 1881- Francia 1973) definito da Hans L.Jaffè (nel 1969), come l’artista di “una sintesi di tutta un’epoca”. La sua arte, infatti, è stata sempre espressione di una compenetrazione tra un mondo interiore quanto lo circondava. A Barcellona era solito frequentare i circoli anarchici e d’avanguardia, da cui ne sono scaturiti forme artistiche stridenti di forti messaggi. Ed una volta trasferitosi a Parigi, entrato a contatto con una realtà povera e cruda l’ha trasformata in una pittura con toni freddi, capaci di narrare allo spettatore il disagio interiore di chi vive nella crisi. I colori sono sempre stati per lui espressione di qualcosa di ben definito, come poi la predominanza del rosa nei soggetti raffiguranti scene di circo: giocolieri, acrobati e animali. Oltre al colore, ancora, vi sono le forme, giocate con creatività, fino ad arrivare a dar voce al cubismo in una libera ed articolata trasformazione dell’oggetto da rappresentare: tra forma reale e forma psicanalizzata dalla mente umana. Picasso è stato il portavoce di una pittura enfatizzata e altamente risonante di un dialogo tra l’animo umano e la realtà che lo circonda. Opere da osservare e da imparare a leggere e ascoltare, dentro cui, oltre l’apparenza si profetizza un mondo a noi ormai lontano.