Visitabili in Italia opere delle avanguardie russe
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Fino al 15 febbraio 2015 a Palazzo Chiablese, Torino.
Palazzo Chiablese di Torino ospita, fino al 15 febbraio p.v., opere provenienti dal Museo Statale d’Arte Contemporanea di Salonicco: dipinti, guaches e acquarelli, lavori d’arte applicata, documenti e un nucleo di un centinaio di disegni sull’architettura costruttivista. Una mostra sul “grande esperimento”, come lo ha definito Camilla Gray (figlia del direttore del British Museum di Londra e autrice del libro “The Great Experiment: Russian Art 1863-1922”, pubblicato nel 1962), dell’arte del XX secolo, curata da Maria Tsantsanoglou e Angeliki Charistou. Promossa dal MIBACT-Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, dalla città di Torino, dal Museo Statale d’Arte Contemporanea di Salonicco, con il Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, prodotta e organizzata Villaggio Globale International, con la collaborazione di Fondazione per la Cultura Torino e da Skira Editore, che ha pubblicato il catalogo a cura di John E. Bowlt, Angeliki Charistou, Nicoletta Misler e Maria Tsantsanoglou. Le numerose opere ospitate sono degli artisti, Malevich, Popova, Rodčenko, Rozanova, El Lissitzky, Stepanova, ma il protagonista è George Costakis conosciuto in tutto il mondo, non solo per la sua attività, ma in particolare per la sua abitazione trasformata in luogo di incontro e studio per le generazioni contemporanee di intellettuali e artisti, come Marc Chagall, Henri Cartier-Bresson, Nina Kandinsky, Edward Kennedy, David Rockfeller, Igor Stravinsky. Questa mostra comprende, quindi un percorso artistico tra opere di un periodo che si dovrebbe definire “avanguardie” al plurale, per la vastità delle sperimentazioni attuate. Secondo il critico Nicolaj Punin (1888-1953) « Quando questa iniziò, non lo so. Ma, per quanto mi ricordo, essi si divisero sempre il mondo fra di loro, la terra, il cielo e lo spazio interplanetario, definendolo dappertutto la sfera della loro influenza. Tatlin, di solito, stringeva a sé la terra, sforzandosi di dipingere Malevič nel cielo. Malevič, senza rifiutarsi ai pianeti, non abbandonava la terra, suggerendo che, anch’essa, è un pianeta e di conseguenza può essere non-oggettiva » (Punin, Arte e rivoluzione, inedito, 1930).
Per informazioni:
www.mostracostakis.it – info@mostracostakis.it