Vittorio De Sica sapeva dire sì alla vita, la vera protagonista del Suo cinema

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

13 Novembre 1974- 13 novembre 2014: quarant’anni dalla morte di Vittorio De Sica, eppure resta sempre vivo nella pellicola nei ricordi e negli insegnamenti di vita.

Vittorio De Sica

Vittorio De Sica

Stendhal sosteneva che “il romanzo è uno specchio che percorre le strade” e questo è ciò che è stato il cinema neorealista. Parlare di Vittorio De Sica, infatti, significa parlare di Neorealismo e quindi di vite, di strade, di popolo, di “pane, amore e fantasia”. In un’intervista rilasciata nel 1972 a Radio Montecarlo, in riferimento al film “Lo chiameremo Andrea”, il cui video è disponibile su YouTube ( http://youtu.be/sERcEkdIcOw) , ha raccontato la sua missione di regista, come di colui che ha il compito di cogliere l’attimo imminente, per renderlo immortale mediante la pellicola, ma ancora di più ha insegnato che attraverso il cinema bisogna educare e trasmettere messaggi forti di amore, pace, giustizia e lo ha spiegato con queste parole:

«C’è una specie di substrato polemico nel film; il film non lo dice con voce grossa, ma lo dice con voce umile e con voce umoristica, anche: “ È giusto che un bambino oggi nasca?” perché l’aria è contaminata, i pesci muoiono, i delitti, i furti, gli scandali, la discordia, l’angoscia che c’è  nel mondo “è giusto che un bambino nasca?”, io con tutto ciò dico “sì”. Il bambino deve nascere, perché il miracolo della maternità, il miracolo della nascita, il miracolo della continuità della  razza deve avvenire, anche se c’è questo trambusto, questa rivoluzione nei sentimenti, nei costumi. E siamo noi che dobbiamo cambiare e noi dobbiamo rendere l’aria respirabile non dobbiamo far morire e uccidere i pesci, non dobbiamo ucciderci, non dobbiamo odiarci, non dobbiamo ammazzarci».

Eppure, non siamo stati capaci di realizzare quanto ci ha insegnato e la guerra è ancora la protagonista della cronaca dei nostri giorni. Sicuramente, De Sica, se fosse ancora vivo, oltre a cantare “Parlami d’amore Mariù” avrebbe cantato, anche il brano del Maestro Giovanni Nuti “Tirate i sassi alla luna”[1], piuttosto che farvi guerra.

[1] http://www.youtube.com/watch?v=QG6Cax8F9tc Cfr.: Tiziana Mazzaglia, ‘A me che importa?’ ‘Sono i giorni dell’ira dentro l’odio di una nuova trincea’in «Lecanoedelweb», 28/09/2014 http://www.lecanoedelweb.it/a-me-che-importa-sono-i-giorni-dellira-dentro-lodio-di-una-nuova-trincea/

Back to Top