Il cagnolino di San Giorgio
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Pisanello, San Giorgio e la principessa, affresco, 223x620cm, 1433-1438, Verona, Sant’Anastasia.
Nella Legenda Aurea, Jacopo da Varazzze (1228-1298) narra, tra varie vicende, quella di San Giorgio intento a salvare una principessa. Questo testo è stato un’importate fonte storica per pittori, come ad esempio Pisanello, che tra il 1433-1438, ha dipinto un affresco, dal titolo “San Giorgio e la principessa”. L’artista ha riprodotto la scena secondo la cultura cavalleresca del suo tempo, infatti, San Giorgio è ritratto nel momento in cui sta per montare a cavallo, quindi prima della partenza per la sua missione. La scena è qui suddivisa tra piano alto e piano basso. In alto vi è la città, riprodotta in scala molto ristretta, quasi per voler comprimere in poco spazio tutti i monumenti rappresentativi, che forniscono informazioni sul luogo e sul tempo: dove e quando. La raffigurazione della natura divide le due parti in orizzontale e prepara la scena ad accogliere i personaggi, che appaiono dinamici e in azione. C’è un particolare, che è sempre stato tralasciato nei testi di storia dell’arte, ed è il cagnolino vicino ai piedi di san Giorgio. Il piccolo animale fedele amico del proprio padrone è in posa di attacco e fiuta il pericolo annusando la strada. Malgrado ciò, non sembra agitato e preoccupato, perché allo stesso tempo avverte anche la vittoria del suo amico, ovvero san Giorgio. Non si tratta neanche di un cane segugio, ma di un meticcio di piccola taglia, individuabile come cane da compagnia. Tutto sembra riconducibile alla rappresentazione di quello che possiamo definire un piccolo “Argo” virgiliano, che saluta il proprio padrone in partenza sicuro di poterlo rivedere tornare vittorioso.