Cambio sesso senza intervento: da ora è possibile!
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Nuova sentenza che abolisce l’obbligo di un intervento chirurgico per modificare il sesso all’anagrafe.
Giorni fa avevo pubblicato un articolo per recensire una delle puntate della trasmissione “Piazza Verga”, in cui era ospite Jessica, un trans, cantante e opinionista RAI. In questo salotto di Giustizia aveva esposto la sua sofferenza dovuta al non poter cambiare il sesso nei documenti, perché non disposta a ricorrere ad un intervento chirurgico che comporta anche seri rischi e pericoli, oltre ad essere una mutilazione. Il suo dramma portato avanti da anni la costringe a vivere una doppia identità e al doversi spiegare ogni qual volta debba mostrare i documenti. Una catena che le potrebbe portare anche gravi conseguenze, perché come sostiene, scherzando, l’avvocato Giuseppe Lipera, conduttore di “Piazza Verga”: in caso di arresto Jessica sarebbe portata in un reparto maschile, creandole oltre ad imbarazzo un impatto psicologico traumatico. Sul finire della trasmissione lei stessa lancia un appello rivolto a tutti per poter risolvere una situazione che in molti paesi dell’Europa, ormai è stata superata. Oggi, questo dramma ha avuto fine, perché finalmente la legge 164 del 1982 ha perso il suo potere: la Cassazione ha stabilito che per ottenere il cambio di sesso all’anagrafe non è più necessario l’intervento chirurgico di modifica degli organi genitali. A far sì che avvenisse questa rivoluzione è stato un ricorso presentato presso il Tribunale di Piacenza. L’istanza era stata rigettata sia dal Tribunale sia dalla Corte d’appello di Bologna. Successivamente, però, la Suprema Corte ha accettato il cambio del sesso all’anagrafe abbattendo il vincolo dell’intervento chirurgico. Citando la sentenza, questa dice: “L’interesse pubblico alla definizione certa dei generi, anche considerando le implicazioni che ne possono conseguire in ordine alle relazioni familiari e filiali non richiede il sacrificio del diritto alla conservazione della propria integrità psicofisica sotto lo specifico profilo dell’obbligo dell’intervento chirurgico inteso come segmento non eludibile dell’avvicinamento del soma alla psiche”.