Intervista alla Dott. Monica Chiodato S. BB.CC.AA. di Palermo: Termini Imerese, ritrovamento in situazione di emergenza
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Rinvenute due tombe del V secolo a.C. e un piccolo balsamario in vetro: un guasto Enel ha reso possibile lo scavo.
Molte volte non ci rendiamo conto di camminare sul nostro passato, questo è un dato di fatto particolarmente vero in alcune zone, come ad esempio Termini Imerese in provincia di Palermo: area segnalata per interesse archeologico. Qui, il 5 marzo 2015, l’Enel ha ricevuto la segnalazione di un guasto tecnico e per risolverlo ha dovuto praticare un piccolo scavo. Il centro cittadino, già da scavi effettuati nella seconda metà del settecento, documenta la presenza di una necropoli di età ellenistico-romana e la Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali è sempre all’erta per operare in contesti di scavi, come quest’emergenza per guasto Enel. La dottoressa Monica Chiovaro, archeologa presso l’Unità operativa archeologica di Palermo, mi ha raccontato:
« L’Enel stava svolgendo un lavoro di emergenza per la riparazione di un guasto, che hanno risolto in due tre giorni e che ha reso indispensabile un intervento di emergenza attraverso uno scavo. Noi della Sovraintendenza siamo sempre all’erta vista la particolarità della zona, così, nello stesso arco di tempo in cui gli operai riparavano il guasto, io ho approfittato per prelevare e documentare due tombe rinvenute. Sono riuscita prima a prelevare un sarcofago di piombo e poi ho smontato il sarcofago di marmo. Non è stato trovato un ricco corredo, ma solo un balsamario in vetro, di età romana. Vista l’impossibilità di tenere aperto lo scavo, per ulteriori ampliamenti (in quanto la zona è posta nel centro storico, dove piazza Sant’Antonio sembra essere il limite meridionale di una vasta necropoli che si estende, a Nord, fino alle piazze Sant’Andrea e della Gancia, in pieno centro abitato, infatti, abbiamo lavorato nei pressi di un bar e di una chiesa) una volta prelevato tutto abbiamo dato il nulla osta per chiudere e i ritrovamenti sono stati portati al deposito del Museo civico di Termini Imerese ».