La storia di una gatta selvatica
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Quando si è trattati male troppe volte non si riesce più a capire chi ci fa del bene.
Un afoso pomeriggio d’estate una gattina selvatica era arrivata in un centro abitato da bambini, i primi incontrati le avevano tirati sassi e l’avevano cacciata per allontanarla, ma lei è riuscita lo stesso a proseguire il suo cammino, ed allo stesso tempo ha affilato delle unghie così sottili, dal riuscire a graffiare anche se stessa. Arrivata in un altro centro abitato ha incontrato un signore gentile che le ha offerto del latte caldo e lei, dopo tanto tempo, ha riscoperto il suo rumore delle fusa e si è talmente intenerita da andare anche incontro al figlio di questo signore. Il bambino vedendola le ha sorriso, ma quando lei si è avvicinata troppo ha fatto un passo indietro, per non stringerle il passaggio. Allora, la gattina è stata investita di ricordi e ha inteso di essere nuovamente rifiutata. Per reazione ha graffiato il bambino, che però non è scappato via, ma si è fermato dedicandole tempo e le ha anche chiesto il perché stava reagendo in quel modo. La micia si è ritrovata disorientata e confusa: i graffi li aveva il bambino, ma il dolore lo sentiva lei. Così, non è scappata, ma si è fermata, hanno parlato a lungo, lei gli ha raccontato le sue pessime esperienze e da quel dialogo si sono ritrovati amici. Questa storia insegna come ogni storia sia unica e le esperienze del passato non si devono per forza ripetere.