Le conseguenze psicologiche alla quarantena
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Intervista al Dott. Mauro Grillini, psicologo e psicoterapeuta.
Con il Covid-19 siamo stati catapultati all’improvviso in un cambio drastico delle nostre abitudini e costretti a vivere chiusi dentro casa. Molti vivono in pochi mq e senza neanche un balcone. Questa situazione nuova e restrittiva ha causato malessere, ma siamo abituati solo a sentire lamentare: “sto male, non ne posso più”.
Cosa c’è dietro questo malessere? Cosa succede in quarantena sul piano psichico?
«Durante questo periodo, come ricordavi, tutti noi ci siamo trovati di fronte a una situazione particolarmente drastica, che, per molti aspetti, ha sconvolto il nostro abituale modo di vivere. Accanto alle difficoltà nello stringere e mantenere dei buoni rapporti sociali, si è comprensibilmente sviluppata una paura crescente, tanto del poter contrarre il Coronavirus, quanto di essere un potenziale veicolo di contagio. Tutto ciò ha effettivamente favorito lo sviluppo di sintomatologie di carattere ansioso depressivo e post-traumatico, assieme a ricorrenti vissuti di rabbia, stress, solitudine e colpevolizzazione degli altri e di sé stessi. Tutti questi elementi rischiano di condizionare pesantemente il nostro benessere psichico a lungo termine, soprattutto data la relativa lunghezza di questo difficile momento».
Quali sono i casi più a rischio?
«Sul piano psicologico tutti noi siamo di fronte al rischio di sviluppare vissuti più o meno profondi di malessere emotivo e difficoltà nell’adattarci ai nuovi ritmi e consuetudini di vita. Situazioni di particolare delicatezza si possono trovare nel caso di individui con vulnerabilità oggettive più marcate: penso a persone con patologiche croniche fisiche o psichiche, a molte persone anziane, le quali possono sentirsi intimamente minacciate nella loro stessa sopravvivenza e vivere con maggiore disagio eventuali restrizioni negli incontri con i propri cari. Anche tutti coloro che si trovano a gestire in prima linea questa pandemia, sia per lavoro sia per assistere familiari colpiti dal virus, possono vivere momenti di particolare stress e disorientamento, rischiando di scivolare in una condizione denominata “caregiver burden”, ossia uno stato di affaticamento fisico e psichico cronico legato all’attività di assistenza».
A chi si può chiedere aiuto?
«Ritengo che in un momento di incertezza e di marcata preoccupazione sia fondamentale rivolgersi a personale qualificato e competente, tanto sul piano delle cure fisiche, quanto su quello della prevenzione o trattamento del disagio psichico. Nell’ambito della salute mentale la figura dello psicologo può aiutare, attraverso un’analisi attenta basata su procedure e strumenti di comprovata efficacia, a “vederci più chiaro” su quanto ci sta accadendo, stimolando le nostre capacità di reagire e di gestire la nostra emotività».
Quali sono le possibili cure e gli interventi mirati?
«Dopo un’iniziale fase di diagnosi e di inquadramento della situazione generale è possibile proporre interventi di supporto e di potenziamento delle proprie risorse personali: prendere consapevolezza del modo con cui la nostra mente funziona in condizioni di forte pressione emotiva contribuisce a rendere la situazione maggiormente tollerabile, conosciuta e affrontabile al nostro meglio. Nel caso di difficoltà più strutturate o che perdurano per più tempo si può prendere in considerazione un percorso di psicoterapia: a differenza del “semplice” supporto su una situazione specifica, in questo caso l’obiettivo è il modificare alcuni aspetti profondi della nostra persona che ostacolano in modo più marcato il benessere personale. La figura suggerita in questo caso è quella dello psicoterapeuta».
Se qualcuno volesse contattarla come può fare?
«Ricevo su tutta la zona di Pavia e sono inoltre disponibile a colloqui a distanza via Skype o altri mezzi di comunicazione audiovisiva a distanza».
Recapiti:
Cell: 3483132494 / 3402901889
Pagina professionale Facebook: Dott. Mauro Grillini Psicoterapeuta
Email: mauro_grillo@hotmail.it