Perché andare a teatro?
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
L’importanza delle rappresentazioni teatrali.
Ancora oggi i teatri ci possono offrire uno scenario suggestivo, per rivivere il clima classico delle tragedie greche, a cui partecipavano numerosi, trasferendosi, per intere giornate, insieme alle loro famiglie, con il loro carico di provviste, pronti a gridare il loro bis, “autis” alle rappresentazioni eccellenti. Si trattava di un periodo educativo per la popolazione, non solo si assisteva a spettacoli di attività ludica, ma si apprendevano fatti di cronaca e di insegnamento utili alla vita sociale accompagnati da messaggi di morale. Il ruolo del teatro era, quindi, fortemente educativo. Nei nostri giorni questo aspetto viene sottovalutato, perdendo le basi della cultura antica utili a fornire un aspetto umanistico sano. Attraverso le tragedie, infatti, lo spettatore assiste a drammi dell’esistenza umana, a volte sottovalutati e sfociati nell’esasperazione e nella tragedia vera stessa. La crisi di oggi ha comportato tagli drastici a vari settori, colpendo la cultura, ritenuta inutile per lo sviluppo di un paese. Sono stati sottovalutati gli aspetti positivi comportando un arresto culturale e nell’ignoranza l’umanità ritorna a soffrire. Riprendono il sopravvento i temi delle tragedie antiche: omicidi, assassini, fidanzati che si danno fuoco, scomparsi. Tutte notizie, di cronaca, ricorrenti nei nostri quotidiani. Vicende sempre antiche e sempre nuove! Quella di Edipo è in tutto e per tutto la tragedia dell’uomo, in cui la divinità appare distante, insensibile, come il falco in alto levato di cui, nel periodo del dopoguerra ci parla Montale. Un allontanamento del divino che comporta squilibrio mentale nell’incomprensione del proprio destino e alla ricerca di dare un senso alla propria vita. Vicende a cui prendono parte figure oscure di individui enigmatici, ingannevoli, profeti di un messaggio appannato, celato all’uomo. Una sofferenza che implica, anche, i rapporti tra umani stessi e sfocia in continue diatribe. Una condizione, in cui l’inaudito prende parte sfociando in autolesionismo, suicidio, omicidio. Il tema del dolore fisico è centrale nelle tragedie al punto di poter parlare di “teatro della crudeltà”. Solo un veggente che ha perso la vista vede bene, perché non si lascia abbagliare dal materiale e anche Edipo stesso, una volta persa la vista acquisterà saggezza, con un vedere simile all’investigare e al conoscere. E ancora, Antigone, una giovane donna costretta a “rimboccarsi le maniche” e a rischiare la propria vita per aiutare la famiglia. Parte, sola, in terra straniera, alla ricerca del cadavere del fratello. Un esempio di eroina femminile che esalta i valori della famiglia. Queste messe in scena, offerte dal teatro di Siracusa, sono occasioni di scuola di vita, certamente più efficaci di tante sedute psicoterapeutiche! Perché il teatro ci pone davanti alla realtà, come il fenomeno dell’eclissi, in cui la luna si interpone tra lo spettatore e l’oggetto da risaltare.
Pubblicato in «Controluce», Agosto 2014.