Salotto di Giustizia: informarsi per conoscere e prevenire
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
“Salotto di Giustizia” diretto dall’Avv. Giuseppe Lipera, piazza Verga, Catania.
«È iniziato tutto per gioco» mi racconta l’Avv. Giuseppe Lipera, parlando delle trasmissioni intitolate “Piazza Verga”, un salotto sulla Giustizia, da lui condotte e girate al tavolino di un bar sito in piazza Verga di Catania, le cui vetrine donano come sfondo il Palazzo di Giustizia. Si tratta già di ben trentacinque puntate, girate dal 31 ottobre 2014, ogni venerdì sera alle ore 21,00, con repliche di sabato alle 16:30 e alle 24:00 e di Domenica alle 11:00, su Sestarete sul canale 215 del digitale terrestre o in streaming su www.sestarete.com Gli ospiti variano da magistrati, avvocati, medici legali, docenti universitari, criminologi. Gli argomenti vertono sulla crisi della Giustizia in Italia, nell’ambito sia penale sia civile, per i troppi errori e per la lunghezza dei procedimenti, che ha avuto inizio intorno agli anni ottanta: processo indiziario, limiti del processo abbreviato, investigazioni. Si deve iniziare a parlare non di potere giudiziario, ma di servizio Giustizia.
Cercando alcune puntate su You Tube sono rimasta incuriosita da una puntata, girata, però nello studio dell’Avvocato, sempre a Catania. L’ospite è Monica Capizzano, di Cosenza, criminologa, docente universitaria e autrice del libro intitolato “Droghe da stupro. Quando il risveglio ha un retrogusto amaro”. Un argomento tanto attuale quanto interessante, perché fornisce l’informazione su un pericolo in cui molte donne si sono ritrovate. Lei stessa nel video sottolinea come l’informazione sia fondamentale per la prevenzione degli atti di violenza. La discussione si svolge in una tavola rotonda a cui intervengono avvocati. Quello che emerge è senz’altro il ruolo del criminologo, che sempre più diventa una figura indispensabile al fianco degli avvocati: in particolare è quella professione che permette di individuare atteggiamenti e comportamenti che denotano un tipo violento, un carnefice. In Italia si sente parlare di vittime di stupro e droga da poco meno di un anno, cioè da quanto il numero è talmente aumentato da divenire discorso pubblico. Attualmente, gli interventi a favore delle vittime sono pochi e limitati. La vittima a cui è stata somministrata una droga non ricorda il volto del criminale, proprio in quanto sotto effetto di sostanze alteranti. Il sottotitolo del libro parla di “retrogusto amaro” ed è una scelta lessicale ambivalente, in quanto la droga lascia un gusto amaro e l’esperienza della violenza altrettanto. Ancora, la vittima a cui è stata somministrata la droga non riesce a ribellarsi, non prova piacere, ma si ritrova in una sorta di stato post anestesia e chi ne abusa non riscontra ne resistenza ne piacere: si tratta di pura violenza. Un meccanismo tanto atroce quanto maligno che le donne devono conoscere per evitare.
L’iniziativa del “Salotto di Giustizia” è un’occasione per accrescere le proprie conoscenze di un mondo in cui la prevenzione assume sempre più un carattere d’urgenza.