Un’identità sofferta: signore si nasce, signora si diventa
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Jessica ospite alla trasmissione “Piazza Verga” condotta dall’avvocato Giuseppe Lipera.
La trasmissione “Piazza Verga” che ha come tema argomenti di Giustizia ha ospitato una cantante e opinionista RAI, costretta dalla legge 164 del 1982 a vivere due identità. Sì, perché, pur avendo l’aspetto di donna e sentendosi donna, il suo corto presenta parti maschili. In Italia, diversamente da altri paesi della Comunità Europea, non è possibile modificare il sesso nei documenti a meno che l’interessato non si sottoponga ad un intervento chirurgico. Jessica, anche se serena, felice e impegnata nella sua carriera, sente l’esigenza di porre fine ad un dramma che la lega al doversi spiegare, ogni qual volta deve esibire la carta d’identità. Si è presentata alla trasmissione con documenti scaricati da internet ed ha anche lanciato un appello di aiuto, per poter risolvere il problema anagrafico. Molti potrebbero pensare che l’unica soluzione potrebbe essere il sottoporsi all’intervento chirurgico, ma come ha spiegato Jessica, non è praticabile in chiunque e comporta seri rischi. Una mutilazione con conseguenze, anche a livello cardiovascolare. Nel raccontare la sua vicenda ripercorre i primi anni della sua vita, in cui prediligeva le bambole ai palloni e poi dice “la natura in me ha preso il sopravvento”, perché alcune parti del suo corpo, con il passare degli anni hanno assunto un carattere prettamente femminile. Ricorda con un velo di tristezza le difficoltà avute con il padre, che solo di recente ha accettato il suo stile di vita, ma allo stesso tempo si ritiene fortunata, perché non è mai stata abbandonata dalla sua famiglia, come succede a molti. In campo lavorativo, inizialmente ha dovuto subire dei rifiuti “esperienze che ti segnano per sempre”, ma è lo stesso riuscita ad affermarsi come artista. Uno dei suoi recenti brani, composto insieme al suo compagno, si intitola “L’amore non ha sesso e razza”: un titolo che esprime il suo desiderio di vivere e addirittura di cantare la necessità di vivere il suo amore senza schermi e senza razzismo. Come prossimo programma, sotto forma di battuta dice: “è la speranza!”. Una speranza di poter eliminare quell’identità che non sente sulla sua pelle, ma che rimane marchiata sui documenti anagrafici e con cui deve scontrarsi ogni giorno.