Vite sospese per i precari della scuola… e non solo
di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
Questa sera in numerose città italiane flash mob per manifestare il dissenso al DDL “La buona scuola”.
Il DDL si intitola “La buona scuola”, ma di buono cosa c’è quando si tratta di aumentare il tasso della disoccupazione e si toglie la dignità a chi per anni ha svolto una professione, dopo aver conseguito titoli di studio e tanto altro ancora, come master, dottorati, abilitazioni. I precari italiani rischiano di ritrovarsi senza lavoro, senza speranza e molti di loro hanno già cinquant’anni, hanno figli, mutui sulle spalle. Cosa ci può essere di buono se dopo aver costruito mattone su mattone la propria carriera qualcuno arriva e da un calcio a quel muro di mattoni? Anche le raccolte punti dei supermercati rispettano un regolamento e assegnano il premio in base ai punti raccolti. Le graduatorie sono formate in base a punti accumulati con mesi di servizio, titoli di studio, master al costo di ottocento euro circa. Molti precari non sono neanche andati in vacanza per costruirsi un futuro! E questa è solo una delle motivazioni per cui di “buono” non c’è proprio nulla in questo DDL. In molti lavori si accede per stage e possono partecipare sono i neo laureati, uno che ad esempio per dieci anni ha insegnato si trova le porte chiuse in qualsiasi altra professione! Poi, ci sono gli altri aspetti, quelli che vedono la trasformazione da scuola pubblica a privata, dove il dirigente scolastico assume il potere assoluto di assumere e licenziare. Per tutti i dettagli invito a leggere le mie intervista a Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, a Sandra Zingaretti, professoressa di un Istituto d’Istruzione secondaria di secondo grado e ai precari che hanno rivelato il loro Volto raccontando la loro storia, pubblicata in questo magazine, nella rubrica “I Volti dei precari-scuola”.
Significative sono stati i flash mob nelle piazze di molte città italiane, come: Roma, presso la Scalinata di Trinità dei Monti, Piazza di Spagna; Napoli, in Piazza Plebiscito; Milano, in Piazza Gae Auelenti; Torino, in Piazza Castello; Genova, in Piazza de Ferrari; Palermo, in Piazza Pretoria; Firenze, in Piazza della Signoria; Bari, in Piazza del Ferrarese; Catania, presso la Scalinata Alessi, via Crociferi; Bologna, in Piazza maggiore, presso la Fontana di Nettuno; Acireale, in Piazza Garibaldi; Agropoli (Salerno) agli Scaloni di Porta Saracena; Albano (Roma), in Piazza Mazzini; Andria, in Piazza Catuma; Aprilia (Roma), in Piazza Romana; Arona (Novara), in Piazza del Popolo; Aversa (Caserta), in Piazza Labriola; Brindisi, in Piazza Vittoria; Caserta, in Piazza Margherita; Chieti, in Piazza Gian Battista Vico; Civitavecchia (Roma); Cosenza; Formia, in Piazza Aldo Moro; Giarre (Catania), in Piazza Duomo; Grosseto, in Piazza Dante; Ladispoli (Roma); Lamezia Terme (Catanzaro); Latina, Piazza del Popolo; Lecce, Piazza di Sant’Oronzo; Lucera (Foggia), in Piazza Duomo; Manduria (Taranto); Modena; Molfetta (Bari); San Severo (Foggia); Pescara; Sassari; Savona; Sezze (Latina); Taranto; Teramo; Terracina (Latina); Torre Annunziata; Velletri (Roma); Verona; Vicenza; Viterbo.
I partecipanti hanno indossato indumenti neri, in segno di lutto, si sono presentati muniti di un lumino rosso cimiteriale, ad indicare la morte della scuola pubblica. Dalle ore 20:15 per cinque minuti è stata rappresentata una scena simbolica ed efficace. Al termine, in silenzio, le piazze sono state sgombrate.
Numerose sono le foto pubblicate su Facebook dai partecipante, qui le più significative: